La vera rivoluzione è roba per signore

Le ladylike di Scervino e Ferragamo scoprono nel vintage il loro futuro

Daniela Fedi

Quando il vintage diventa futuro e con il classico stile da signora altrimenti detto «ladylike» riesci a fare una piccola rivoluzione, è segno che sta cambiando qualcosa di grosso nella società. Se ne parla durante le fantastiche sfilate di Ermanno Scervino e Salvatore Ferragamo accomunate da una visione di eleganza che non fa rima con stravaganza pur essendo votata alla ricerca del nuovo. L'altro comun denominatore tra le due collezioni sta nell'uso di materiali speciali: per lusso e preziosità da Ferragamo, per trattamenti e sperimentazione da Scervino.

Qui si parla di glassatura sui grandi classici della maison: pizzo, maglieria, canvas che sembra o forse è un gabardine sportivo e pelle. Il risultato è semplicemente pazzesco. Il tailleur in macramè sembra di nappa gommata, i pullover dorati, argentati o comunque metallizzati pesano niente e restano morbidissimi pur avendo la stessa patina luccicante di una cotta medioevale, mentre la pelle diventa double e il canvas ha lo stesso aspetto del cuoio. Inutile dire che le forme cambiano poco e questo è un sollievo perché se vuoi uno smoking moderno che non ti faccia sentire en travesti Scervino è l'ideale e lo stesso dicasi nel caso del magico duo gonna-nuvola più giacca a giustacuore, dello stile maschile al femminile e dell'intrinseca preziosità delle lavorazioni made in Toscany. Su quest'ultimo punto pochi possono competere con Ferragamo dove finalmente si torna a parlare di moda dopo svariate stagioni di vuoto pneumatico. Gli stilisti sono sempre Paul Andrew per la donna e le scarpe mentre Guillaume Meilland segue l'uomo. È invece cambiato l'amministratore delegato e Micaela Le Divelec in soli tre mesi ha dato una svolta più che positiva imponendo la sfilata co-ed (cioè uomo e donna alla stessa edizione) e un più moderno lavoro sull'archivio. Stavolta dall'antro delle meraviglie di Salvatore sono usciti tacchi a tre piani, infradito con la zeppa-scultura e intrecci d'ogni tipo per borse e calzature. In più un doveroso omaggio ai foulard di Fulvia Ferragamo Visconti nella stampa jungle di uno splendido completo. Il tutto in passerella su un set fatto come le scatole cinesi: una dentro l'altra con i colori perfetti della collezione. Insomma adesso sì possiamo parlare di Hermès all'italiana, perfino meglio in certe cose del grande marchio francese. Del resto qui in Italia sappiamo fare meglio di chiunque altro il disegno Paisley che è di origine persiana ha messo solide radici nell'India Vittoriana ed è arrivato al guardaroba di uomini e donne occidentali grazie alle navi della Compagnia delle Indie. Tutto merito di un uomo, Gerolamo Etro detto Gimmo che 50 anni fa si è innamorato del paisley e della sua storia incredibile fondando un'azienda che dal tessile è passata all'abbigliamento e da lì alla moda.

Per celebrare l'anniversario con i suoi quattro figli che in modo diverso sono tutti toccati dal fuoco di Dioniso della creatività, questo signore di nome e di fatto ha organizzato una strepitosa mostra al Mudec (da ieri fino al prossimo 14 ottobre) da cui si capisce che le mode passano, lo stile resta e si alimenta di cultura. Anche i ricordi fan la loro parte e l'indimenticabile gonnellino in piume di marabù con cui la divina Lea Pericoli si presentò in campo a Wimbledon ispira a Simonetta Ravizza una gran bella collezione intitolata Sport Diva. Nelle sue mani il cosiddetto «atleisure» si colora di moderna femminilità. Stella Jean continua il suo lavoro di stile giramondo partendo da un viaggio in Benin lungo la rotta del cotone che portava gli schiavi alle Americhe. I 7 giri intorno all'albero dell'oblio diventano 7 minuti di emozionante show. Elegantissima la collezione di Agnona che Simon Hollow dice ispirata da unìartista, Joan Jonas, che ha spinto se stessa oltre i confini del suo essere donna. Indimenticabile il completo mantaloni e trench in popeline di vicuna.

Da Philosophy Lorenzo Serafini si avvolge su se stesso nel parlare di Bohemian Oasis per non spiegare che ha guardato al burbus marocchino e ai costumi dei Tuareg con gli occhi di un giovane innamorato degli anni Ottanta. Deliziosa la stampa pitone su carta indossabile. Si torna al passato come fonte d'ispirazione e novità nella collezione con cui Les Copains celebra 60 anni, l'età di Madonna, Sharon Stone e Michelle Pfeiffer.

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