Verdini appoggerà Giachetti (e Sala)? Orfini: "Se vuole le primarie convinca la destra a farle"

Ancora un'allarme Verdini nel Pd. Stavolta per l'eventualità, ventilata da un articolo di Repubblica, di una sorta di "soccorso Ala" non più e non solo in parlamento, ma anche nelle urne delle primarie per le Comunali. A vantaggio dei candidati sindaco più vicini a Matteo Renzi. Ma Orfini mette le mani avanti: "Se davvero Verdini ha voglia di primarie, convinca la destra a organizzarle"

Verdini appoggerà Giachetti (e Sala)? Orfini: "Se vuole le primarie convinca la destra a farle"

Nel Pd sono ancora forti i malumori dopo l'appoggio dato da Verdini sul voto di fiducia posto dal governo per far passare la legge sui diritti civili. Intano si apre un nuovo fronte polemico, questa volta legato alle primarie di Roma, in programma domenica 6 marzo. Matteo Orfini, presidente dei democrativi, tenta di spegnerle sul nascere. Lo fa con un tweet, secco ma incisivo: "Se davvero Verdini ha voglia di primarie, convinca la destra a organizzarle. Le nostre sono off limits per chi non è di centrosinistra". Orfini non è un esponente pd qualunque: oltre ad essere presidente del partito, infatti, è commissario dei dem a Roma. Magari non detta legge, ma la sua voce conta. Così prova a smontare le indiscrezioni, uscite su Repubblica, sulle manovre di Verdini a favore della candidatura del renziani Giachetti. Manovre che, secondo il quotidiano, sarebbero in corso anche a Milano, a sostegno di Beppe Sala.

Si fanno sentire (ovviamente smentendo tutto) anche i verdinani. "Né io né i miei amici siamo iscritti al Pd e non abbiamo, pertanto, alcuna intenzione di partecipare a questa battaglia. Né tantomeno l'amico Denis Verdini ci ha mai dato indicazioni di voto per le primarie, né per alcun candidato del Pd", assicura Ignazio Abrignani. "L'unica cosa che ritengo di fare è un in bocca al lupo a tutti i candidati per domenica", aggiunge il deputato Ala, strettissimo collaboratore di Verdini, spiegando peraltro che "leggo oggi su un quotidiano dei virgolettati nei quali non mi riconosco né - dice - ritengo di avere pronunciato". "Il mio ragionamento, parlando con dei colleghi in Transatlantico, è stato diverso: stimo l'onorevole Giachetti, anche per comuni passioni, e lo riterrei un ottimo candidato della città in cui vivo, per cui, se fossi - ragiona l'ex FI - un elettore del Pd, domenica avrei votato per lui".

Repubblica descrive la "strategia in tre mosse" di Verdini, volta a spostarsi ancora di più dalla parte di Renzi: aiutare i candidati più vicini al leader Pd alle prossime amministrative, dare loro una mano in campagna elettorale e, dove possibile, mettere in piedi delle liste civiche, alleate con il Pd, per irrobustire il fronte moderato. Ovviamente le partite più importanti in cui Verdini vorrebbe giocare un ruolo sarebbero quelle di Roma e Milano.

Il nervosismo in casa Pd trapela anche dalle parole di Pierluigi Bersani: "Votano alle primarie? Non avevo il minimo dubbio". E sul sostegno degli uomini di Verdini sui diritti civili, rincara la dose: "Non è vero che il voto di Verdini era necessario e indispensabile per una buona legge sulle unioni civili - ha detto a Radio Cusano Campus -. Non è vero che c’era bisogno di Berlusconi quando si è fatto il patto del Nazareno. Non è vero, nel caso di Verdini, che si tratta di una nuova formazione politica. Questo è trasformismo particolare e preoccupa perché evidentemente sposta l’asse del governo su posizioni che non sono, ai miei occhi, posizioni di un centrosinistra solido e combattivo".

E Massimo D'Alema, dopo aver ribadito che la politica del Pd non lo convince, ma che comunque non intende dare vita a nuove formazioni politiche, sferra il colpo: "Credo che il rapporto tra Renzi, Lotti, il gruppo fiorentino e Verdini sia un rapporto di

amicizia e di solidarietà che viene da molto lontano, molto prima che Renzi diventasse segretario del nostro partito. Si dice che Verdini lo abbia anche aiutato durante le primarie per fare il sindaco di Firenze".

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