L'appuntamento è fissato alle 17 di oggi. A Palazzo Chigi si troveranno di fronte governo e opposizioni per un primo confronto sul tema del salario minimo. Un tema complesso, imbracciato ideologicamente dal centrosinistra, deciso a utilizzarlo come strumento acchiappa-consensi presso il proprio elettorato. Diverso l'approccio del centrodestra che il 3 agosto in Parlamento ha votato una «sospensiva», in pratica un supplemento di riflessione per arrivare a una valutazione ragionata degli effettivi pesi e contrappesi, dei possibili vantaggi o svantaggi per i lavoratori, compreso il possibile effetto boomerang per alcune categorie.
In teoria, dunque, la questione è aggiornata a ottobre, il confronto dentro la maggioranza deve però ancora decollare, anche se tutti sono consapevoli che «il tema è sentito nel Paese». Detto questo «dobbiamo far capire che potrebbero essere gli stessi lavoratori a uscirne penalizzati». La proposta unitaria delle opposizioni (con l'eccezione di Italia Viva) che mira a introdurre una paga oraria minima di 9 euro in ogni caso non convince. E allora oggi andrà in scena un vertice «interlocutorio e di ascolto», all'interno di un perimetro in cui inevitabilmente si confronteranno idee del mondo del lavoro profondamente diverse.
A Palazzo Chigi le presenze saranno importanti. Per il governo ci saranno Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini, la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone e i sottosegretari Giovanbattista Fazzolari e Alfredo Mantovano. Per il Pd, Elly Schlein sarà accompagnata dalla responsabile Lavoro del partito, Maria Cecilia Guerra. Giuseppe Conte avrà al suo fianco l'ex ministra Nunzia Catalfo, coordinatrice del comitato Politiche del lavoro del Movimento. Per Azione ci saranno il leader Carlo Calenda e il capogruppo Matteo Richetti. Per Più Europa saranno presenti Riccardo Magi e Benedetto della Vedova. Per Avs, Sinistra italiana Nicola Fratoianni e il capogruppo in commissione Lavoro alla Camera, Francesco Mari, per i Verdi Angelo Bonelli, Eleonora Evi e Luana Zanella.
Il Movimento Cinquestelle, come più volte affermato da Giuseppe Conte, aspetta anche chiarimenti sulle norme e sui requisiti richiesti per il nuovo reddito di cittadinanza dopo che il sussidio è stato revocato, da agosto, a migliaia di percettori. Elly Schlein, invece, sostiene che andrà all'incontro di venerdì sperando che non si tratti di uno «specchietto per le allodole». Giorgia Meloni invece ribadisce, mostrando un grafico, che in Italia esiste un serio problema salariale, considerando che è l'unico paese europeo dove gli stipendi in termini reali sono bloccati anzi negli ultimi dieci anni sono calati. Tuttavia un salario minimo, dice, potrebbe essere una cattiva soluzione stabilendo una soglia minore a fronte delle retribuzioni stabilite da certi contratti collettivi. Insomma il salario minimo rischia di rappresentare un «titolo accattivante» ma con un risultato che rischia di essere controproducente, un rischio che le opposizioni non prendono in considerazione.
«Questo non significa che non ci stia a cuore il tema e che non speriamo di invidiare una soluzione che migliori la situazione di tutti i lavoratori italiani». La ministra del Lavoro Marina Calderone, invece, parlando con il Messaggero, prevede «un confronto leale e aperto, con una volontà di ascolto». Una «vera interlocuzione, nell'interesse della qualità del lavoro».
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