"Vestito da nazista a un party" Il Pd di Letta censura l'ospite

Revocato a Bignami (Fdi) l'invito alla festa dell'Unità. Critiche al segretario: "Ormai è diventato Peppone".

"Vestito da nazista a un party" Il Pd di Letta censura l'ospite

Durigon, Bignami, Ius soli: il partigiano Letta prepara la «resistenza» contro l'avanzata nazi-fascista. Il leader del Pd prova a rianimare la base dem, anche in vista delle elezioni suppletive nel collegio di Siena, a colpi di anti-fascismo. Ogni occasione è buona per riprendere i fucili e aprire il fuoco verbale contro il fascio-nemico (immaginario). L'ultimo prigioniero della brigata partigiana è il parlamentare di Fratelli d'Italia Galeazzo Bignami, «reo» di aver pubblicato oltre dieci anni fa una sua foto travestito da nazista a un party. L'accusa è di aver ricevuto un invito da parte dello stesso Pd a un dibattito pubblico alla festa dell'Unità di Bologna il prossimo 9 settembre. Colpa grave per un esponente della destra. La sentenza, inappellabile e senza contradittorio, è pronunciata: Bignami va escluso. La pena è la fucilazione quotidiana contro Bignami. Uno schema già visto nei giorni scorsi contro Claudio Durigon, sottosegretario della Lega all'Economia, finito sul patibolo dopo aver chiesto di intitolare un parco pubblico al fratello del Duce. La crociata del Pd ha un solo obiettivo: motivare l'elettorato di sinistra sull'antifascismo, terreno sempre fertile per la platea dem. I cecchini entrano subito in azione contro Bignami. E c'è chi non si limita agli attacchi verbali: «Grazie al clima di odio creato ad arte dai soliti noti, qualche imbecille ha appeso in pieno giorno un cartello intimidatorio alla vetrata della prossima sede di Fratelli d'Italia di cui si parla in questi giorni a Cesena. Ovviamente non ci faremo intimidire ma ci aspettiamo che chi ha contribuito a fomentare questo clima almeno senta il dovere di condannare questo ignobile gesto», ribatte Bignami. E stavolta c'è una new entry: il capo del movimento delle Sardine Mattia Santori, candidato alle comunali di Bologna nelle liste Pd, che scomoda addirittura Liliana Segre. Replica Gianfranco Rotondi: «L'attacco del leader delle sardine rende perfettamente l'idea del fascismo, quello di Santori, ovviamente». Mentre fonti del Pd fanno sapere che «Galeazzo Bignami non è il benvenuto alla Festa dell'Unità. Crediamo nel confronto delle idee. E le riforme istituzionali per definizione si discutono con tutte le forze politiche. Ma tra la nostra comunità chi inneggia al nazismo non può avere accoglienza».
Perché la dirigenza dem non vuole Bignami? Un po' di anni fa spuntò sui social una foto del parlamentare Fdi con l'uniforme nazista. «Una goliardata», spiegò lui. Ma la presa di posizione del Pd rischia di trasformarsi in clamoroso autogol. Perché fonti di Fratelli d'Italia fanno notare che «Bignami, all'epoca parlamentare di Forza Italia, fu già invitato e partecipò a un dibattito alla Festa nazionale del Pd, nel 2018 a Ravenna, con Debora Serracchiani, sulle priorità della legislatura». E dal fronte meloniano c'è chi evoca l'antica rivalità tra Peppone e Don Camillo: «Credo che Letta abbia ancora qualche strascico dello shock subito dal rientro dal soggiorno parigino. Oggi novello Peppone di guareschiana memoria pretende di dare lezioni di democrazia, ma di Peppone ricorda solo la ridicolaggine, ma come consuetudine, stia sereno», commenta Marco Osnato, collega di Bignami. Per il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti «è sbagliato escludere esponente Fdi da festa dell'Unità». Le ipotesi sono tante. C'è il sospetto che sia una mossa studiata a tavolino da Letta per creare l'incidente e alimentare la polemica. Una strategia per tenere «calda» l'anima partigiana del Pd.

Sembra la nuova linea dei democratici: trovare un terreno su cui tenere compatto il partito. E così ogni tema politico, immigrazione, Ddl Zan, si trasforma in una battaglia di liberazione. Dopo Durigon e Bignami a chi toccherà? Il Pd è già alla ricerca del prossimo nemico-fascista.

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