Anzitutto sarebbe una questione di gusto, ma la satira non si cura di un simile problema, e va bene. Però la vignetta pubblicata sul proprio sito da un disegnatore dello Spiegel su Salvini appeso per i piedi e linciato ancora vivo da una massa di italiani si presta a qualche considerazione.
La prima è che i tedeschi, proprio loro, farebbe meglio a astenersi da questo tipo di reminiscenze storiche. Quando si hanno nel proprio passato Hitler e il nazismo, rievocare piazzale Loreto ha il sapore di un autogol.
La seconda è politica. Il vignettista tedesco si riferisce, ovvio, a qualche contestazione ricevuta dal capo leghista in questi giorni, e la moltiplica esasperandola fino a farne un augurio. È una lettura evidentemente scorretta (una bufala giornalistica), perché falsa la realtà, prendendone solo una parte: da ogni ricerca risulta che i consensi a Salvini stanno crescendo. E vignette del genere non faranno che portargli altri voti.
Ma, a parte queste ovvie considerazioni, quello che colpisce di più nell'immagine, e che la caratterizza, sono le facce degli italiani e gli strumenti che usano per infierire sul capo abbattuto. Sono volti di un popolo abbrutito dall'ira, eccitato dalle passioni, e che usa per la sua vendetta strumenti arcaici, contadini, con i quali veniamo identificati. Un popolo rozzo, isterico, non ancora uscito da un passato medievale di sangue, vendette e miseria sociale.
Liberissimi i tedeschi liberi tutti di vederci così. Del resto anche noi abbiamo su di loro, generalmente, opinioni per altri versi altrettanto poco amabili. E' un discorso che vale per tutti i popoli europei, avvezzi da secoli a soppesarsi l'un con l'altro, l'un contro l'altro polemicamente armati.
È questa caratteristica - storica, quindi difficilmente eliminabile se non con un lungo lavoro di altri secoli - a rendere fragile l'Unione Europea, ben più e ben prima della questioni economiche e della curvatura delle banane. E vignette come questa non fanno che rinforzare la debolezza genetica dell'Ue.@GBGuerri
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