La situazione del Covid in Italia è «molto grave e in rapido peggioramento» e nella settimana intercorsa tra il 26 ottobre e il primo novembre si è ulteriormente avvicinata a uno scenario di tipo 4, vale a dire quello del lockdown generalizzato. Lo rileva l'ultimo monitoraggio diffuso dalla cabina di regia del ministero della salute.
Il report settimanale dell'Iss rivela che «tutte le regioni sono a rischio di epidemia non controllata» ed è necessario che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo. Due numeri fotografano la situazione: l'Rt a livello nazionale è all'1,7 (cioè ogni contagiato trasmette il virus mediamente a poco meno di 2 persone) e gli infettati sono 523,74 ogni 100,000 abitanti. Quasi il doppio rispetto al monitoraggio precedente. E preoccupa in maniera drammatica il raggiungimento attuale o imminente delle soglie critiche di occupazione dei servizi ospedalieri.
Il bollettino di giornata, del resto, non racconta cose diverse. I nuovi casi di coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore sono 25.271, sulla base di 147.725 tamponi, 356 i morti. Il totale dei decessi dall'inizio dell'emergenza è di 41.750. Sempre nelle ultime 24 ore i pazienti guariti/dimessi sono stati 10.215. Domenica i nuovi contagi nelle 24 ore erano stati 32.616, su 191.144 tamponi, mentre le vittime erano state 331. I tamponi sono stati 147.725, ovvero 43.419 in meno rispetto a domenica. Ammontano a 27.636 invece i ricoveri ordinari, ieri erano 26.440. I malati in isolamento domiciliare infine sono 542.849.
La regione con più casi è sempre la Lombardia (+4.777), seguita da Campania (+3.120), Piemonte (+2.876), Toscana (+2.244) e Veneto (2.223). Quella con meno contagi il Molise (+98), unica con incremento a due cifre. Il totale dall'inizio dell'epidemia sale a 960.373. Sono 573.334 le persone attualmente positive in Italia. In aumento i guariti, 10.215, per un totale di 345.289. Per questo rallenta la crescita del numero degli attualmente positivi, +14.698, arrivati a 573.334 in tutto.
E ci sono problemi di tempestività e completezza nell'invio dei dati regionali al ministero della Salute e questo rischia di portare a «una sottostima della velocità di trasmissione» del virus». Ulteriore allarme arriva da medici e infermieri. «Tra un mese, se questo trend dovesse rimanere invariato, avremo altri diecimila morti in più e supereremo la soglia fatidica dei 5mila posti letto in terapia intensiva». Tradotto: il lockdown totale è necessario, torna a ribadirlo Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, Federazione degli Ordini dei medici. La preoccupazione nelle corsie degli ospedali per il coronavirus e i suoi effetti è alle stelle. Il grido di allarme arriva anche da anestesisti, rianimatori e infermieri che raccontano le difficoltà che si vivono nei reparti ogni giorno. Per questo invocano una stretta totale. D'altronde, sottolinea Anelli, «i dati di questa settimana purtroppo non ci fanno prevedere nulla di buono. Mediamente abbiamo registrato in quest'ultima settimana mille ricoverati al giorno, 110 in terapia intensiva, 25mila in isolamento domiciliare e oltre 300 morti al giorno». E anche i farmacisti sono costretti a contare i morti. Sono 16 quelli già caduti dall'inizio della pandemia. L'ultimo, Pacifico Dubbioso, 52 anni, lavorava a Somma Vesuviana, nell'hinterland di Napoli. La situazione, insomma, è tutt'altro che sotto controllo. Ma fanno sentire la propria voce anche gli infermieri, dalla Toscana al Piemonte.
«In una sola settimana i contagi tra gli operatori sanitari della Toscana sono più che raddoppiati, senza contare i casi delle Rsa, di cui non abbiamo dati certi», è l'allarme lanciato da Giampaolo Giannoni, segretario del Nursind, che già a inizio mese aveva chiesto che fosse convocato un tavolo in Regione.
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