"Vittime all'aeroporto per spari americani" Ora il Pentagono indaga sul fuoco amico

La Bbc: "Molti morti causati dai marines". Caos a Kabul. Annuncio del regime: "Controlliamo lo scalo". Gli Usa smentiscono: "Ci siamo ancora noi"

"Vittime all'aeroporto per spari americani" Ora il Pentagono indaga sul fuoco amico

Chi controlla ora l'aeroporto di Kabul? I talebani hanno annunciato di aver messo le mani sulle strade di accesso allo scalo, istituendo nuovi check point alcuni gestiti da combattenti in uniforme con Humvee e occhiali per la visione notturna. I nuovi padroni dell'Afghanistan vogliono evitare gli assembramenti che sono miele per possibili nuovi kamikaze. Ma gli americani poco dopo precisano: «Controlliamo ancora l'aeroporto e controlliamo ancora la sicurezza dell'aeroporto. I talebani hanno i checkpoint attorno all'aeroporto, ma non ne hanno il controllo: non sono all'aeroporto responsabili della sicurezza», taglia corpto John Kirby, portavoce del Pentagono.
Chiunque sia a presidiare lo scalo, la situazione è molto diversa da qualche giorno fa. Dove c'era una turba disperata ore c'è silenzio.
Emergono intanto nuove ricostruzioni di quanto è avvenuto giovedì nell'area dell'aeroporto. L'attentatore che si è fatto esplodere secondo quanto dichiarato da un funzionario americano aveva indosso circa 25 libbre di esplosivo, pari a oltre 11 chili. Una quantità enorme, considerando che normalmente un «martire della jihad» si limita a trasportare da 5 a 10 libbre di esplosivo. Ma non tutte le circa 200 vittime sarebbero state provocate dall'esplosione.
Nei momenti di panico successivi allo scoppio di Abbey Gate dell'aeroporto di Kabul, alcuni militari americani avrebbero aperto il fuoco e «ucciso un numero significativo» di civili, secondo quanto riferisce Secunder Kermani, uno dei cronisti della Bbc in Afghanistan, che avrebbe raccolto alcune testimonianze: «Molte delle persone con cui abbiamo parlato, compresi testimoni oculari, hanno detto che un numero significativo di vittime sono state uccise dalle forze Usa nel panico dopo l'esplosione», ha riferito il giornalista. Uno dei racconti sarebbe quello di un tassista afghano che era arrivato da Londra nella speranza di salvare la propria famiglia: «Ho visto militari americani e dietro di loro militari turchi. Gli spari arrivavano da lì, dalle torri», ha riferito. Il Dipartimento della Difesa Usa avrebbe aperto un'uindagine per chiarirte quanto accaduto giovedì fuori dall'aeroporto.
Gli americani nel frattempo continuano le operazioni di evacuazione. Sono oltre 117mila le persone evacuate finora, come annunciato dal maggiore generale Hank Taylor in un briefing del Pentagono. Secondo Taylor «la più grande maggioranza» di evacuati è costituita da afghani, ma 5.400 del numero totale è costituita da cittadini Usa. Gli americani a Kabul sono sempre di meno, ma quei pochi sono stati ammoniti dall'ambasciata degli Stati Uniti ad «allontanarsi immediatamente» dalla zona dell'aeroporto, dove si temono nuove esplosioni. La rappresentanza diplomatica ha invitato tutti i cittadini statunitensi a fare attenzione, a seguire le istruzioni delle autorità locali, a monitorare i media locali, a seguire il Dipartimento di Stato su facebook e twitter e a dotarsi di un piano di emergenza. Tra le istruzioni anche quella di evitare le zone affollate, piuttosto supèerflua al momento visto che Kabul sembra quasi anestetizzata, di una tranquillità quasi inquietante.

Le uniche zone movimentate sono le banche, dove la gente cerca di prelevare la maggiore quantità di denaro un po' nella speranza di riuscire a lasciare il Paese in extremis, e molto temendo nuove chiusure come quelle dei giorni scorsi. Centinaia di afghani hanno protestato davanti a una banca della capitale, la New Kabul Bank, per le lunghe file per ritirare contanti ai bancomat, dove si possono ritirare al massimo 200 dollari al giorno.

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