«Macché eroico... questo signor De Falco vuol fare carriera politica sfruttando una tragedia immane...». La signora Marzia De Luigi è la parente di una delle vittime del naufragio della Costa Concordia. Ed è molto arrabbiata con l'ex capitano di fregata, Gregorio De Falco, diventato famoso per l'ormai celebre: «Vada a bordo, cazzo!», urlato al comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, nella maledetta sera del 13 gennaio 2012 quando persero la vita 32 persone a seguito del naufragio della nave da crociera davanti all'isola del Giglio.
Per quella sciagura Schettino è stato condannato, con sentenza definitiva, a 16 anni di carcere che sta scontando a Rebibbia. La signora Marzia ha parole dure per Schettino («È stato un vigliacco, ha pensato solo a salvare se stesso»), ma non fa sconti neppure all'epico De Falco che - alla luce della sua scelta di utilizzare politicamente la popolarità acquisita con la vicenda Concordia - forse tanto «epico» non lo è. Ne è persuasa Marzia, ma non solo: basta infatti scorrere le chat dei tanti gruppi che sui social continuano a nutrire dubbi sulla verità giudiziaria acclarata rispetto al dramma della «Concordia», per rendersi conto di come la discesa in campo del «leggendario» De Falco susciti commenti di segno totalmente negativo. «De Falco, altro che in Senato...torna in Marina, c...!», «Se Schettino era comandante Codardo... tu cosa sei, capitano Sciacallo?», «Sei diventato un vip grazie a una frase enfatizzata dai media... ti basta questo per diventare senatore della Repubblica italiana?»: sono solo alcuni dei post lasciati in rete da chi la prospettiva di un De Falco Senatore a 5 Stelle proprio non la gradisce. Ma c'è anche chi la pensa diversamente: tanti gli estimatori di De Falco, aspirante nocchiero nel mare magnum della politica nazionale. «Non hai nulla di cui vergognarti, vai avanti così! Hanno cercato di stroncarti la carriera.. di punirti solo perché hai fatto il tuo dovere. Non arrenderti...» è il messaggio virtuale di un web navigatore che si firma Navy76.
Intanto sul palco del Villaggio Rousseau di Pescara dove Di Maio ha radunato i suoi «assi nella manica», De Falco si gode la standing ovation stretto tra il giornalista Emilio Carelli e il presidente Adusbef, Elio Lannutti. De Falco è in giacca e cravatta sopra e jeans e scarpe da ginnastica sotto. La folla lo acclama. Schettino, dalla sua cella, commenta con chi lo va a trovare dietro le sbarre: «De Falco senatore? Farsi eleggere speculando sulle vittime della Concordia è un comportamento che si qualifica da solo».
Tra gli amici di Schettino (ma pure tra molti attivisti «delusi» dei 5 Stelle) circola un post che la dice lunga sulla «coerenza politica» del senatore in pectore, super raccomandato da Di Maio. Qualche mese fa, sulla sua pagina Facebook, Gregorio De Falco prendeva in giro Alessandro Di Battista per aver detto che «il presidente francese Hollande è un premio Nobel». De Falco cioè metteva in ridicolo «la gara a chi sbaglia di più» fra «Dibba» (Di Battista) e «Dimma», cioè proprio quello stesso Luigi Di Maio che ora vuole incoronare De Falco senatore a tutti i costi. Quel post è ora replicatissimo su Facebook e amaramente commentato. È la politica, bellezza. E De Falco non può farci niente. I passi falsi del passato sono pronti ad essere rinfacciati senza pietà: il capitano, ad esempio, è in aperta rotta di collisione giudiziaria con la Marina Militare che - a suo dire - lo avrebbe «demansionato» dopo il caso Concordia.
Al termine della conferenza di Luigi Di Maio, il futuro senatore De Falco (con seggio blindato nel collegio Toscana 2) è stato avvicinato da alcuni attivisti del Movimento che si sono congratulati.
All'«in bocca al lupo!» di un signore, il capitano ha risposto: «Forse il lupo sono io».
Mai avuto dubbi in proposito.
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