I centristi in uscita dal Pd si organizzano e lanciano la Margherita 2.0: «Bene Renzi, ha capito l'importanza di un centro cattolico» dice al Giornale l'ex parlamentare Giorgio Merlo, autore del libro Il Centro. Dopo il populismo.
A Roma, tre giorni fa, all'Istituto Sturzo Merlo ha radunato, per la presentazione del suo libro, un pezzo della cultura cattolica e moderata italiana. Dai fuorusciti dal Pd Beppe Fioroni e Rosy Bindi, all'ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini. «Schlein che liquida l'addio di Fioroni con la battuta ne arrivano altri 100 non ha capito nulla della cultura cattolica» rincara Merlo, con alle spalle 4 legislature dal Ppi al Pd. Da sempre esponente della sinistra democristiana è oggi sindaco di Pragelato in Piemonte. Nell'intervista al Giornale l'ex popolare traccia la rotta per i moderati in rotta con il Pd guidato da Schlein.
Volete rifare la Dc?
«Impossibile, non è possibile ricostruirla. E ahimè non sarà possibile rifare manco il Partito popolare italiano».
E allora?
«Non si tratta, cioè, di ricostruire un Centro astratto, trasformista, opportunista e banalmente equidistante dai due poli principali. Al contrario, si tratta di rideclinare una politica di centro nella società contemporanea, anche attraverso la presenza di un movimento politico. Una sfida importante ed impegnativa che è finalizzata non solo a mettere in discussione la sempre più insopportabile radicalizzazione della lotta politica che culmina con un altrettanto singolare ed anacronistico bipolarismo selvaggio ma, al contempo, un impegno preciso che proprio attorno alla politica di centro rilancia la capacità di ricostruire un tessuto democratico e di piena aderenza agli stessi valori costituzionali. Del resto, la politica di centro è sinonimo di un Centro dinamico, moderno, riformista e di governo».
Impossibile farlo nel Pd?
«Con la vittoria della Schlein si è scelta la strada della radicalità, del bipolarismo selvaggio. Non c'è spazio per la mediazione e per la cultura cattolica».
La stessa radicalità di Meloni?
«No. Giorgia Meloni ha capito che si governa dal centro. Da presidente del Consiglio ha abbandonato la radicalità dell'azione e si è posizionata al centro».
Ai popolari rimasti nel Pd cosa dice?
«Svegliatevi e uscite. Chi liquida l'addio di Fioroni con una battuta non ha compreso l'importanza dei cattolici. Non si resta nel Pd in attesa di un contentino».
Uscite con quale prospettiva?
«Unire le forze cattoliche, centriste e liberali. Sappiamo che non è possibile rifare la Dc o un partito sul vecchio schema. Dobbiamo fare una Margherita 2.0».
Anche con Calenda e Renzi?
«Renzi è stato l'unico a intuire la necessità di uno spazio politico cattolico. Deve essere la base per costruire una forza centrista che poi si può allargare a liberali, riformisti e altre sensibilità».
E Calenda?
«Il nostro progetto è aperto anche per lui».
Mattarella in un Pd a guida Schlein cosa farebbe?
«Mattarella è stata una voce autorevole della cultura cattolica nella Dc. Non dico altro».
A Roma il primo raduno dei cattolici è andato bene?
«Molto. Grande entusiasmo, c'erano Bindi e Fioroni, Casini, Bonetti».
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