Vongole, tartare e uova. Ecco come difendersi dalle intossicazioni (soprattutto in vacanza)

La sicurezza degli alimenti è importante per la nostra salute. Massima attenzione ai buffet

Vongole, tartare e uova. Ecco come difendersi dalle intossicazioni (soprattutto in vacanza)

Nausea, vomito, diarrea e crampi addominali. E ore passate a letto doloranti, con malessere generale e mal di testa, alzandosi solo per andare in bagno.

Vacanze rovinate da varie tossinfezioni alimentari, come quella che ha colpito la settimana scorsa il cantante Fedez durante un volo e finito ricoverato in ospedale, e come quelle che stanno colpendo in questa estate di caldo intenso centinaia di italiani sulle navi da crociera o nei resort delle località di villeggiatura, dove vengono imbanditi a pranzo e cena magnifici buffet, irresistibili e attraenti, dai quali si può attingere liberamente e a volontà. Ed è proprio nei momenti della scelta di cosa mettere nel piatto che bisogna resistere all'acquolina in bocca e riflettere non tanto su quante tartine stuzzicanti assaggiare ma su quali pietanze, preferendo quelle che, una volta ingerite, difficilmente creeranno problemi intestinali, perché è solo il cibo contaminato il responsabile delle tossinfezioni gastroenteriche. Certamente ad occhio nudo è impossibile intuire le proposte alimentari che potrebbero causare imbarazzi intestinali, ma è necessario sapere che i preparati a base di uova crude e i derivati con maionese, latte e yogurt, le salse e i condimenti cremosi per le insalate per esempio, con temperature superiori ai 5 gradi centigradi, sono destinati ben presto a diventare potenzialmente nocivi, perché anche se il colore, l'odore o il gusto sembrano non destare preoccupazioni, sono le crescite insidiose di microrganismi che proliferano rigogliosi alle alte temperature, che creano il rischio invisibile di ingerire cariche microbiche causa delle infezioni. Nel caso di Fedez pare che siano stati dei funghi a causargli l'infezione, i quali, se consumati crudi con le alte temperature, come anche i formaggi freschi, sono rapidamente deperibili ed in grado di liberare le loro tossine batteriche una volta ingeriti.

La sicurezza degli alimenti è importantissima per la nostra salute e siccome facciamo almeno tre pasti al giorno è ancora più fondamentale saper scegliere quali gustare con le temperature proibitive di queste settimane, che favoriscono il proliferare di agenti batterici e virali specialmente sui cibi consumati crudi. Il batterio più comune delle gastroenteriti è la Salmonella, seguito dalla Escherichia Coli, presenti soprattutto negli alimenti non cotti, come i molluschi (ostriche, cozze, vongole e datteri di mare), oltre che nelle tartare di carne e pesce non preparate o conservate a dovere, mentre la cottura a 100 gradi abbatte qualunque carica microbica. Il pesce crudo, molto diffuso in centinaia di proposte, in ristoranti italiani, cinesi e giapponesi, se non abbattuto a regola, può contenere anche il rischio di parassitosi da Anisakis Simplex, un veicolo di infestazione acuta e cronica molto spesso sottovalutato e difficile da diagnosticare. La regola per restare in sicurezza quindi, è evitare i cibi crudi quando la temperatura esterna supera i 35 gradi, poiché soltanto la cottura riesce ad abbattere la carica batterica ove eventualmente presente, ed evitare il rischio subdolo di assumere alimenti contaminati e la conseguente dissenteria.

Molte persone infatti, durante le vacanze, attribuiscono la loro «diarrea estiva» agli sbalzi termici o all'aria condizionata («ho preso freddo»), mentre le congestioni intestinali di questo periodo sono quasi sempre da imputare alle contaminazioni alimentari, quando quello che si consuma durante banchetti affollati potrebbe non essere perfettamente conservato.

L'incubo estivo però non sono soltanto i batteri ma anche i virus, come la recente epidemia da «norovirus», che si è diffusa molto rapidamente in ambienti chiusi come le navi da crociera, quella che ha contagiato centinaia di passeggeri in navigazione sul mediterraneo, e li ha costretti a trascorrere giornate attaccati a una flebo, tra il letto e il bagno, senza poter in nessun modo lasciare la propria cabina. Contro i virus intestinali (rotavirus, norovirus e adenovirus), che si trasmettono più frequentemente bevendo acqua contaminata, e che causano la famosa «diarrea del viaggiatore», non esiste alcun trattamento specifico se non una terapia sintomatica per prevenire la disidratazione, a base di soluzioni elettrolitiche. Anche le piscine, se non regolarmente sanificate, possono diventare con il grande caldo un brodo di coltura di molti e diversi microrganismi patogeni.

Il grande caldo però danneggia soprattutto gli alimenti, se non ben conservati, e molti cibi hanno bisogno di temperature molto basse per conservare le proprietà organolettiche e la loro qualità, e quando si interrompe la catena del freddo si inizia ad esporre gli alimenti al rischio di proliferazione batterica, per cui se non vengono consumati subito c'è la possibilità di contrarre un disturbo addominale.

Anche la classica «influenza addominale», come viene comunemente chiamata, non ha nulla a che fare con la classica influenza, poiché a causarla sono soprattutto virus e batteri ingeriti incautamente durante i viaggi e le vacanze.

In questa torrida estate le infezioni intestinali stanno colpendo la popolazione con una frequenza maggiore delle scorse stagioni, ed

ogni anno in Italia si registrano oltre 8mila casi di tossinfezioni, con la Salmomella al primo posto (3.300 casi), malattie gastroenteriche contratte da funghi o cozze, anche assaggiando un solo boccone di cibo contaminato.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica