È stata una prima giornata di votazioni movimentata a Montecitorio. Gli imprevisti sono stati dietro l'angolo nei corridoi e nell'Aula dove, oggi, sono puntati gli occhi di tutta Italia e non solo. Il Covid aveva già rivoluzionato il rigido protocollo di voto previsto per l'elezione del presidente della Repubblica, rendendo necessario un drive-in per i grandi elettori positivi e per quelli in quarantena. Ma ciò che è successo nelle lunghe ore di voto ha dei tratti a volta grotteschi.
Il black-out alla Camera
Chi seguiva la sfilata dei deputati nelle urne del voto attraverso il sito internet della Camera dei deputati, a un certo punto si è reso conto che qualcosa non stava funzionando. Per circa un'ora, infatti, il video mostrava in loop il turno di voto dell'onorevole Ruggieri. Lì per lì qualcuno potrebbe aver pensato a un problema della propria connessione, del proprio dispositivo ma, nonostante i vari tentativi di riavvio del router, nulla cambiava. Al netto delle varie tesi complottiste dei "noncielodicono", solo in un secondo momento si è scoperto l'arcano: alla Camera c'è stato un black-out. Sono saltati i collegamenti negli uffici e in sala stampa mentre era in corso la votazione. Un incoveniente non di scarso rilievo nell'epoca che viviamo, che ha richiesto qualche decina di minuti affinché il tutto venisse ripristinato.
Al voto in ambulanza
Massima abnegazione e senso civico portati all'estremo per Ugo Cappellacci, ex governatore della Sardegna e deputato di Forza Italia. Il sardo, positivo al coronavirus, è arrivato nel parcheggio della Camera dove era allestito il drive-in a bordo di un'ambulanza. Per esprimere il suo voto, l'onorevole è sceso dal mezzo, si è recato nel seggio allestito in un'apposita tenda e ha espresso la sua preferenza prima di tornare a bordo del mezzo medico. Sulla curiosa scelta dell'ambulanza, Cappellacci ha spiegato: "Sto bene, ho un leggerissimo raffreddore che non mi ha creato nessun problema... Oggi sono stato il primo dei 'positivì a votare per il Colle... Sono venuto in autoambulanza perché non avevo un mezzo proprio qui a Roma".
Lo sciopero del tampone
E se da un lato c'è la dedizione di Ugo Cappellacci, dall'altra c'è la scelta di Sara Cunial di rinunciare al suo diritto di voto pur di non sottoporsi a un tampone per ottenere il Green pass base. La deputata, nota per le sue posizioni no vax, dopo essere stata respinta dai commessi di Montecitorio ha provato a votare al drive-in dedicato ai positivi e ai quarantenati ma anche lì è stata fermata. Così la deputata ha minacciato di fare invalidare le votazioni e ha annunciato di aver chiamato i carabinieri. Ovviamente le votazioni si sono svolte regolarmente.
Scrupoli sanificatori
I protocolli di voto del presidente della Repubblica prevedono la sanificazione delle mani prima di entrare nel seggio in cui esprimere il proprio voto per il prossimo capo dello Stato. Una misura necessaria per ridurre al minimo il rischio di contagio di tutti i presenti. Maurizio Gasparri, prima del suo turno di voto, ha voluto scherzare, forse anche per stemperare la tensione, e così ha improvvisato una sanificazione ascellare. Un gesto goliardico che è stato immortalato dalle telecamere di Montecitorio. E poi si sa, la prudenza non è mai troppa.
La scivolata sull'accento
Ma la chiamata degli elettori è cominciata con una gaffe da parte di un segretario di presidenza, che nel leggere il nome del senatore Mattia Crucioli ha sbagliato l'accento, ponendolo
sulla "u" anziché sulla "o". Un inciampo di poco conto, che si è verificato anche alla lettura del nome di Albert Laniece, pronunciato all'italiana invece che alla francese, come invece dovrebbe essere letto.
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