«Non infieriremo». Il giorno dopo il trionfo, i toni sono distesi. E rilassato e soddisfatto è anche Romano La Russa, assessore uscente (nonché fratello del presidente del Senato Ignazio) e oggi possibile vicepresidente della Regione Lombardia.
Il centrodestra ottiene il preventivato successo di Attilio Fontana, e incassa un distacco superiore al previsto rispetto ad avversari rimasti al palo come sempre in Lombardia. La sinistra vince solo nelle grandi città - a Milano e a Brescia col sindaco Emilio Delbono) e il Terzo polo se possibile va anche peggio, con la candidata presidente Letizia Moratti, che dopo tanti sforzi, e tanta visibilità, resta addirittura fuori dal Consiglio. Il voto è un terremoto a sinistra, e a completare la disfatta delle opposizioni arriva il magro bilancio dei 5 Stelle, che passa da 13 a tre consiglieri.
Sul fronte del centrodestra, invece, quello che emerge è un quadro di stabilità, in cui tutti possono trovare motivi di soddisfazione. Dopo tante battaglie, a tutti i livelli, La Russa jr stavolta non era candidato: il partito ha deciso di preservarlo risparmiandogli l'ennesima sfida elettorale. Romano, tuttavia, è uno dei papabili per la vicepresidenza. «Solo ipotesi - minimizza - Non abbiamo neanche iniziato a discuterne fra noi».
I tempi sono scanditi. Sono passate meno di 24 ore dallo spoglio che ha consacrato presidente Fontana. Le schede sono ancora «calde». Per avviare l'insediamento della dodicesima legislatura bisognerà attendere ora la proclamazione degli eletti, che potrebbe avvenire tra il 6 e il 16 marzo, e nei tre giorni successivi il presidente dovrà comunicare la composizione della giunta regionale. «Entro la prossima settimana sarà tutto definito o quasi», rassicura La Russa. Dopo una decina d'anni su percentuali di «sopravvivenza», sull'onda dell'exploit delle Politiche di settembre, Fdi si è confermato largamente primo partito in Lombardia, mostrandosi capace, nel giro di soli 5 anni, di decuplicare il suo «score» e la sua rappresentanza in Consiglio regionale, passando da 2 a 22 eletti (fra questi il giornalista Vittorio Feltri, che dovrebbe presiedere la prima seduta d'aula). Una prova di forza non indifferente, ma non un'umiliazione degli alleati, a partire dalla Lega, che passa sì da 30 consiglieri a 14 ma conserva una sua forza (con la Lista Fontana che ne ha ottenuti 5), mentre Fi può contare ancora su sei eletti.
Ora questa forza di Fdi si tradurrà, fisiologicamente, in incarichi di giunta, a partire dal posto di vicepresidente, che voci insistite attribuiscono proprio all'assessore uscente alla Sicurezza La Russa: «Solo ipotesi - si schermisce - Non abbiamo neanche iniziato a discuterne fra noi». Né al partito, né fra i partiti tira aria di scontro per un posto in più. «La maggior parte degli assessori sarà nostra - osserva La Russa - questo è evidente, lo dicono i numeri, ma non faremo barricate. Non infieriremo, come qualcuno vorrebbe per seminare zizzania. Tutti avranno pari dignità, cosa che in passato non sempre è avvenuta».
In ogni caso, Fdi potrebbe avere 8 assessori, la Lega 5, Forza Italia due, mentre un posto sarà in quota lista Fontana (possibile che sia Guido Bertolaso alla Sanità).
Il presidente del Consiglio potrebbe essere di Fdi, o anche un leghista, forse l'uscente Alessandro Fermi, protagonista di un exploit (è risultato il candidato più votato del centrodestra in tutta la Regione). Con 13mila preferenze Fermi ha fatto del Carroccio il partito più votato nel Comasco, come accaduto a Sondrio grazie a Massimo Sertori.
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