I fatti iniziano nel 2016, quando l’attuale cancelliere tedesco Olaf Scholz era sindaco di Amburgo, quindi prima che scalasse il Psd, il partito Socialdemocratico tedesco, e prima che salisse ai vertici dell’esecutivo germanico.
Al centro dello scandalo un alleggerimento fiscale da 47 milioni di euro di cui la banca Warburg avrebbe goduto e del quale, secondo le autorità tedesche, il cancelliere non sarebbe del tutto all’oscuro. Gli echi della cronaca sorvolano l’Atlantico tant’è che anche il quotidiano americano Politico sta seguendo la situazione con interesse.
Lo scandalo Warburg
Gli inquirenti sostengono che nel 2017 Olaf Scholz ha deciso di non riscuotere 47 milioni di euro di arretrati fiscali della banca Warburg, con sede ad Amburgo, che erano parte di un sistema progettato per ridurre le tasse sui dividendi che prevedeva dal dirottamento di capitali nei paradisi fiscali.
Il cancelliere nega con convinzione di avere aiutato l’istituto di credito e, sentito due volte dalla Commissione di inchiesta cittadina, ha ammesso di avere incontrato in passato il banchiere Christian Olearius ma di non ricordare i dettagli di tali incontri.
Olearius, all’epoca ai vertici della banca Warburg, istituito di credito al centro di indagini per frode fiscale, è stato ascoltato nel 2016 in qualità di testimone dalla commissione investigativa del Bundestag (il parlamento federale tedesco) e si è rifiutato di rispondere alle domande relative al mancato pagamento dei 47 milioni di euro.
Lo scorso 11 agosto la procura generale di Amburgo ha rigettato le accuse contro Scholz e, a margine di una conferenza stampa, il cancelliere ha ribadito che se dopo due anni e mezzo di indagini non sono emerse sue responsabilità, non c’è motivo per credere che ne emergeranno in futuro. Un messaggio chiaro in vista del 19 agosto, giorno in cui comparirà per la terza volta davanti alla Commissione d’inchiesta di Amburgo.
La procura ha sollevato da ogni addebito anche Peter Tschentscher, attuale sindaco di Amburgo ed esponente del Spd.
Le indagini
La situazione è complessa. Oltre agli incontri tra Scholz e Olearius, le indagini hanno portato alla perquisizione della casa di Johannes Kahrs, parlamentare Spd eletto nella circoscrizione Amburgo centro, dalla quale è emersa l’esistenza di una cassetta di sicurezza al cui interno gli investigatori hanno trovato 214mila euro e 3mila dollari. Denaro di cui Kahrs sostiene di non conoscere l’origine ma che, secondo le autorità, potrebbe essere un gruzzolo di cui fa parte una donazione che la banca Warburg avrebbe fatto alla sezione Spd di Kahrs in occasione dell’accordo con il quale il fisco di Amburgo ha rinunciato ai 47 milioni di euro che la banca avrebbe dovuto versare.
Lo scandalo si riaggancia alla questione Cum-ex, una truffa che permette di ricevere dal fisco rimborsi per tasse mai pagate. Un sistema complesso portato alla luce nel 2018 da un gruppo di 39 giornalisti appartenenti a 16 testate europee e che, si stima, abbia fatto risparmiare circa 63 miliardi di euro a decine di imprese in Europa, Italia inclusa. Uno schema che ha portato il Parlamento europeo ad avviare delle indagini indipendenti.
Nel frattempo, le indagini hanno stabilito che la banca Warburg avrebbe utilizzato il sistema Cum-ex per altri due anni, allargando così le maglie dello scandalo fino a 176 milioni di euro.
Il momento no del governo tedesco
Dopo 11 mesi dalla sua formazione, il governo tedesco è già stato teatro di scontri all’interno della coalizione tra Spd, Verdi e Liberali democratici.
A ciò si aggiungono i mali di ogni altro governo, ossia la situazione russo-ucraina, l’inflazione e l’aumento dei prezzi delle materie prime, gas incluso. Lo scandalo Warburg, a cui tutto il mondo guarda con interesse, non aiuta il governo – in perdita di popolarità - a riconquistare la fiducia della popolazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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