Zelensky chiede 200 caccia, il "no" di Usa e Uk. L'ex Wagner in esilio: "Prigozhin? È il diavolo"

La frenata degli alleati sugli F-16. Il soldato russo: "Chi non combatte viene ucciso". Minsk: più supporto a Mosca. Mattarella: "Forniture a Kiev per far finire la guerra"

Zelensky chiede 200 caccia, il "no" di Usa e Uk. L'ex Wagner in esilio: "Prigozhin? È il diavolo"

Il nodo armi all'Ucraina resta fondamentale per l'andamento del conflitto ma anche per gli equilibri geopolitici mondiali ed ogni giorno emergono nuovi dettagli tra le richieste di Kiev e le concessioni dell'Occidente. La sintesi, dopo l'ennesima giornata di convulse trattative, sembra essere il sì convinto ai carri armati pesanti e ai sistemi missilistici e il no secco ai caccia. Dopo il diniego da parte del presidente americano Biden all'invio di aerei da combattimento, anche il premier britannico Sunak si mette di traverso alle richieste di Zelensky. «Gli aerei da combattimento in dotazione al Regno Unito sono estremamente sofisticati e richiedono mesi di addestramento per apprendere come farli volare. Crediamo non sia pratico fornirli all'Ucraina», ha spiegato un portavoce del governo. Come consolazione, Biden ha fatto sapere che discuterà con il leader ucraino delle ultime richieste di armi fatte da Kiev mentre è aperto il dialogo diretto con il Canada.

Dopo il successo per la richiesta di carri armati («ne arriveranno dai 120 ai 140 carri armati nella prima consegna» da parte di 12 Paesi», ha detto il ministro degli Esteri di Kiev Dmytro Kuleba), la priorità è diventata quella dei caccia F16. «Non so quanto sarà rapida la risposta degli alleati occidentali alle richieste di caccia di Kiev ma sono ottimista e penso che sarà il più presto possibile», ha detto il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov, dopo i colloqui di Parigi e dopo le parole di Macron primo, e finora unico, ad aprire alla possibile fornitura di aerei da guerra. Anche il presidente della Repubblica Mattarella ha nuovamente preso posizione sul tema armi spiegando che «il sostegno politico, economico e militare all'Ucraina e le sanzioni alla Russia sono funzionali a far cessare la guerra, non ad alimentarla».

Intanto, mentre la Bielorussia annuncia un sostegno maggiore a Mosca, emergono nuovi inquietanti particolari sul conflitto e nello specifico delle azioni portate avanti dalla famigerata brigata di mercenari Wagner, guidata dal famigerato Prigozhin. «Lui è il diavolo», racconta Andrei Medvedev, l'ex mercenario che ha disertato e chiesto asilo alla Norvegia dove è fuggito. «Riunivano quelli che non volevano combattere e gli sparavano davanti ai nuovi arrivati», ha detto alla Cnn. «Hanno sparato a loro davanti a tutti, poi li hanno seppelliti nelle trincee scavate dalle reclute». Il 26enne, unitosi ai Wagner come volontario, ha prestato servizio vicino a Bakhmut dove ha assistito a scene di orrore quotidiane. «Non c'erano vere tattiche. C'erano più cadaveri e sempre più persone che entravano. Alla fine avevo molte persone sotto il mio comando.

Cadaveri e prigionieri, cadaveri e prigionieri», ha spiegato. Il giovane ha confermato di aver assistito l'omicidio di Yevgeny Nuzhin, ucciso con una mazza e filmato per propaganda. «Quel fatto mi ha reso più audace, più determinato ad andarmene».

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