Roma - Occhi puntati sull’assemblea di Mirafiori per il welfare e sulle pensioni. E la Cdl alla fine si ritiene soddisfatta. «I mugugni di Mirafiori e le proteste sull’accordo sindacale nascondono un malessere vero» - sottolinea subito l’ex ministro del Welfare Roberto Maroni. Certamente il protocollo è considerato dagli esponenti del centrodestra «uno dei temi principali su cui può cadere il governo Prodi», come sostiene l’europarlamentare Antonio Tajani, che di fronte alla caduta della maggioranza non vede altra alternativa «che il ricorso alle urne». In attesa del referendum consultivo sul protocollo «la sinistra sta dando uno spettacolo poco edificante», sostiene Lorenzo Cesa. Per il segretario dell’Udc «l’auspicio è che l’accordo di luglio sia rispettato». Mentre Isabella Bertolini, vicepresidente di Forza Italia alla Camera sostiene che «i fischi a Mirafiori sanciscono, con largo anticipo, l’inizio dell’autunno caldo per il governo Prodi ormai in agonia. La sinistra radicale usa la classe operaia per inviare messaggi inequivocabili ai colleghi della maggioranza: o si fa come diciamo noi o si va tutti a casa. L’Italia non può più sopportare un esecutivo ostaggio delle minoranze». E invita il presidente Napolitano a restituire la parola al popolo sovrano attraverso elezioni immediate». Anche Mario Baccini attacca il sindacato, accusandolo di ricattare gli operai proprio sul referendum legato al protocollo d’intesa. «È gravissimo che il sindacato anteponga la ragione politica alla ragione stessa della sua esistenza. Che il segretario generale della Cgil adduca come motivazione per far vincere il sì al referendum il fatto che altrimenti salterebbe il banco, la dice lunga sulle ingerenze del sindacato sulla politica». E Baccini ricorda tutti gli scioperi politici che la Cgil promosse sotto il governo di centrodestra. «Due pesi e due misure - sottolinea- nemmeno la cinghia rossa di Epifani varrà a salvare Prodi. Le crepe tra riformisti e massimalisti sono oggettivamente troppo profonde. Lo si è visto a Firenze, lo si vedrà il 20 ottobre quando molti parlamentari di centrosinistra manifesteranno contro Prodi».
In sintonia anche Giorgio Jannone, del direttivo di Forza Italia, che accusa i sindacati di utilizzare il loro potere unicamente per sostenere il governo Prodi. Jannone riporta una frase detta da un operaio all’uscita di Mirafiore: «Se ci fosse Berlusconi al governo saremmo in piazza» - avrebbe detto. «È chiaro - aggiunge Jannone - invece che i sindacati hanno utilizzato il loro potere unicamente per sostenere il governo Prodi limitando il loro ruolo antagonista all’esecutivo al minimo in dispensabile. Per questo i fischi della platea di operai erano inevitabili».
Anche l’esponente di Fi, Maurizio Sacconi, sottolinea i mugugni degli operai alle consultazioni di ieri a Mirafiori: «Al di là dei fischi, nel mondo del lavoro si manifestano comunque insoddisfazioni e insofferenze per un modo vecchio di rappresentare i lavoratori, secondo i riti di concertazione burocratica e inefficace».
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