Si prospetta una stagione interessante, stando ai titoli e ai nomi in cartellone, per il teatro: all'apparenza si sta molto sul classico, ma senza pleonastiche attualizzazioni. Si applica invece una cifra propria, registica o attoriale, e nel mentre si segnalano le assenze di drammaturgie davvero nuove. Tra le ottime produzioni sottolineiamo qui quelle che presentano zampate di coraggio e stile, che siano novità o riletture.
IL FÜHRER, CENTO ANNI DOPO
Attesissimo, inutile negarlo, forse sarà lo spettacolo dell'anno tra immancabili controversie, cominciate lo scorso maggio al Salone di Torino dove il suo autore-regista, Stefano Massini, fu per questo aggredito. Il Piccolo Teatro di Milano e il Teatro Stabile di Bolzano, a cento anni dalla pubblicazione di Mein Kampf, si affidano al nome che ha dato vita al brand globale della Lehman Trilogy che - in prima assoluta il prossimo 30 settembre a Vipiteno, poi a Bressanone e Bolzano e dall'8 ottobre sul palco del Teatro Strehler a Milano - affronta il testo autobiografico di Hitler (la versione di Massini, edita da Einaudi, sarà presentata a Mantova a Festivaletteratura il 5 settembre). Dopo anni di studio dei comizi del Führer intrecciati con la prima stesura del libro-manifesto dettato dal giovane Hitler nella cella di Landsberg, il regista ha scelto per la scena il taglio della paranoia trasformata in progetto politico rivoluzionario e delirante: un «millimetrico studio teatrale di ritmi, toni e affondi verbali del dittatore», convinto che comprenderne il meccanismo significhi in sé affrancarsi dal suo potere.
CONFLITTI CONTEMPORANEI
In prima fila per nomi di razza che si rimettono in gioco. Antonio Latella con Zorro, prodotto dal Piccolo Teatro di Milano, in prima nazionale al Grassi dal 23 gennaio. Sette quadriglie ispirate alla danza e quattro attori per uno spettacolo in cui «la maschera di Zorro è un'evoluzione borghese dei nostri zanni. Zanni e Zorro iniziano con la stessa lettera: è lei la vera eroina». Emma Dante con un nuovo titolo dal 22 novembre al Biondo di Palermo in prima nazionale, Extra moenia: anche qui la danza ispira e muove la giornata qualunque di una comunità alla deriva. Daria Deflorian, attrice, autrice e regista, firma la regia e l'adattamento, insieme a Francesca Marciano, de La vegetariana, dal romanzo (Adelphi) della scrittrice sudcoreana Han Kang (Man Booker Prize nel 2016): il corpo di una donna che si inserisce in un processo clorofilliano per diventare pensiero vegetale e rinunciare a violenza, danno, furia, escludendosi dall'umanità, anche quella a lei vicinissima. Dal 25 ottobre con Monica Piseddu, Gabriele Portoghese e Paolo Musio al Teatro Arena del Sole di Bologna in prima assoluta.
SE PESSOA È MARIA
Ha debuttato alla Pergola di Firenze questa primavera e il prossimo febbraio torna in poche imperdibili date a Trieste lo straordinario Pessoa. Since I'have been me di Robert Wilson. Uno spettacolo che è un incantesimo benefico, uno straniamento gioioso e malinconico in cui le fantasie di Wilson hanno carta bianca. Una raffinata coproduzione internazionale fra big: la Pergola appunto, Théâtre de la Ville di Parigi, Stabile del Friuli Venezia Giulia e di Bolzano, São Luiz di Lisbona, Festival d'Automne e Les Théâtres de la Ville de Luxembourg. Maria de Medeiros è il poeta, è la poesia ed è l'umano e il viaggio, i sette co-protagonisti sono esplosioni di energia e perfezione mimica. Il mare e una lingua miracolosa fanno il resto.
GLI INTRAMONTABILI
Tornano e sembrano come nuovi. È il caso de I parenti terribili di Jean Cocteau, prima regia firmata per il Teatro Stabile del Veneto dal nuovo direttore artistico Filippo Dini, anche in scena con Milvia Marigliano e Mariangela Granelli. Debutto in prima nazionale il 6 novembre al Teatro Verdi di Padova per la famiglia reclusa, viziosa, disperata, ma forse non più scandalosa, di Michel, Yvonne e Madeleine. «Era un invito troppo allettante per lasciarselo sfuggire», dichiara Giovanni Ortoleva, uno degli enfant prodige della regia teatrale italiana, a proposito della sua personalissima versione de La signora delle camelie di Dumas figlio, con cui debutta a metà novembre a Milano al Teatro Fontana (produzione Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse, Elsinor, Tpe, Arca Azzurra), che riporta in scena il dramma sociale e passionale della Traviata la più famosa cortigiana parigina nel suo amore per un giovanotto di buona famiglia. Tra gli altri classici da prenotare, l'attesa Tragùdia ovvero Il canto di Edipo nella versione di Alessandro Serra in debutto a ottobre al Teatro Arena del Sole a Bologna; la ripresa di Amleto2 di Filippo Timi che torna dopo dieci anni al Duse di Bologna; due Tennessee Williams in prima a Torino, ovvero Lo zoo di vetro con Mariangela D'Abbraccio in debutto a fine gennaio 2025, e La gatta sul tetto che scotta diretto da Leonardo Lidi ad aprile 2025; e il Sior Todero Brontolon incarnato da Franco Branciaroli che parte dal Politeama Rossetti di Trieste il 3 ottobre.
ALL'ANGLOSASSONE
Anche qui la famiglia e il suo dramma, ma in salsa inglese: a inaugurare la stagione dello Stabile di Torino sarà Cose che so essere vere di Andrew Bovell, pluripremiato scrittore e drammaturgo australiano, diretto da Valerio Binasco. Quattro fratelli nel sovrumano sforzo per definirsi oltre i genitori, messo in crisi dal ritorno di Rosie: una luce accecante passa dalla crepa e fa saltare gli equilibri domestici e matrimoniali. In scena con Binasco, Giuliana De Sio, Giovanni Drago, Giordana Faggiano, traduzione di Micol Jalla, prima nazionale al Carignano il 7 ottobre, poi in tournée. Altra prima assoluta è Giro di vite che per mano di Davide Livermore diventa un evento speciale di inaugurazione prodotto dal Teatro Nazionale di Genova con la sinergia del Carlo Felice: dal 12 ottobre per la prima volta la prosa di Henry James e l'opera di Benjamin Britten fanno nella stessa sera un doppio spettacolare colpo per raccontare la ghost story dell'istitutrice che veglia sui bimbi Flora e Miles e sui loro/suoi fantasmi.
Per la produzione del Teatro di Roma debutta all'Argentina a maggio prossimo Il ritorno a casa di Harold Pinter, firmato e interpretato da Massimo Popolizio, e l'1 aprile alla Pergola November di David Mamet, firmato da Chiara Noschese in scena con Luca Barbareschi.
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