Presi i rapinatori delle farmacie

A diciotto anni, assieme a un diciassettenne, cercò di uccidere a colpi d’arma da fuoco un «bullo» che lo maltrattava davanti agli amici. Con un complice, giovedì sera, ha tentato l’ennesima rapina in un negozio di Ostia. Armati fino ai denti, Maurizio Cianti e Gianluca Ferrandu, 31 anni di cui otto passati dietro le sbarre, sono stati arrestati dalla polizia dopo un inseguimento da brivido. Ci sono voluti due colpi di pistola esplosi in aria per bloccare lo scooter rubato (con targa falsa) che si aggirava, verso l’ora di chiusura, davanti all’unica farmacia di Ostia levante, in via Piola Caselli, che non era stata ancora «visitata» dai banditi. Per questo motivo gli uomini della squadra «speciale» la tenevano d’occhio da giorni. «Un servizio mirato - racconta il vicequestore Rosario Vitarelli, dirigente del XIII commissariato - studiato su una mappatura dei colpi messi a segno nelle ultime settimane. Cercavamo due giovani su un motorino riverniciato, con una targa di cartone e il fanalino coperto da nastro adesivo». Da via Piola Caselli, angolo via Simonetti, Cianti e Ferrandu arrivano fino all’incrocio successivo, quello con via Paolini. Non fanno in tempo a estrarre la pistola, una Clock Walther 99 calibro 9x21 con il colpo in canna, che i poliziotti sono loro addosso. Finiti a terra, dal giaccone di uno dei due spunta un coltello da sub dalla lama di 21 centimetri. Anche la pistola, con il caricatore pieno, carambola sull’asfalto. Secondo gli inquirenti la moto, un 250 camuffato da «cinquantino» con una minitarga contraffatta, veniva usata per mettere a segno i colpi e subito dopo nascosta in una baracca all’Idroscalo. «Gente pericolosa - commenta Vitarelli - che solo per miracolo non ha fatto fuoco durante le rapine. Sui filmati appaiono coperti da caschi e sciarpe ma alcuni elementi comuni, come il coltello, li inchiodano per almeno 8 rapine».
Fra queste le farmacie di via Zerbi, di via Ammiraglio del Bono, di via delle Azzorre, di via Mar Rosso, il bar Girasole di via delle Canarie, il supermercato Dico di via dei Romagnoli o gli altri di via Fattiboni e via Maccari. Delinquenti di spessore, soprattutto Cianti, detto «Pisellino», uscito con l’indulto e sorvegliato speciale. Una carriera criminale che inizia nell’ottobre 1994 quando decide di punire Enrico Spada, all’epoca 29enne, perché stanco delle sue angherie. Alfa 33 rubata, pistola con matricola abrasa, Cianti lo affianca a piazza Gasparri e gli scarica contro una decina di pallottole. Alcune feriscono anche Christian Martinez, 27 anni. A lui arrivano in poche ore quando gli agenti recuperano in un burrone la macchina e ritrovano la pistola sepolta in pineta. Due anni dopo, in un appartamento «okkupato» di via Capo delle Armi, Cianti nasconde un laboratorio per la duplicazione di chiavi di porte blindate e casseforti.

Nel maggio del 1999 con Francesco Carnovale, nipote del boss della banda della Magliana Vittorio Carnovale, il «Tronco», va all’assalto della filiale della Banca Popolare di Milano a Ostia. Il curriculum prosegue con altre rapine, spaccio di droga e detenzione di armi.

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