Il presidente di Azimut, Pietro Giuliani, illustra le linee guida della Sgr slegata dal mondo bancario. Un punto di riferimento nel private banking «Così creiamo valore per i risparmiatori»

Creare valore per i risparmiatori grazie a una gestione di qualità e a una rete di promotori-consulenti in grado di consigliare i clienti in base alle reali esigenze dei singoli: il presidente e amministratore delegato di Azimut, Pietro Giuliani, riassume così la formula adottata da una delle poche Sgr italiane slegate dal sistema bancario e capaci di mantenere in attivo la barra della raccolta da oltre cinque anni.
In un momento di mercato difficile come quello attuale cosa si aspettano gli investitori? Come soddisfare al meglio le loro esigenze?
«Penso che gli investitori italiani cerchino chiarezza, competenza e qualità gestionale. Qualcuno che gestisca al meglio i loro risparmi facendo coincidere obiettivi con risultati. É importante riuscire a creare valore per il cliente offrendo performance positive che solo una attività gestionale di qualità è in grado di fornire costantemente. Ovviamente, dipende poi dalle aspettative del cliente e dalla durata del suo investimento. Le scuole gestionali di valore in Italia non sono però molte, ed è questo il principale problema. Un altro aspetto fondamentale è relativo alla qualità della distribuzione, all’abilità, quindi, delle reti distributive di offrire consulenza qualificata e personalizzata sulle reali esigenze e sul profilo di rischio/rendimento dei clienti».
I dati del gruppo Azimut sono positivi (sia in termini di performance dei prodotti, sia di bilancio). Qual è il segreto della società?
«Il progetto Azimut è un “sogno” divenuto realtà in cui un gruppo di manager e di promotori finanziari hanno saputo creare un modello unico e vincente che non ha eguali nel panorama europeo. Il segreto della società è rappresentato innanzitutto dagli uomini che ci lavorano che hanno deciso di credere in qualcosa che va oltre i soldi e i riconoscimenti. Crediamo veramente, e a oggi i risultati lo dimostrano, di poter sviluppare una realtà diversa da tutte le altre in cui gli interessi della rete distributiva e quelli dei clienti sono allineati in un orizzonte di lungo termine. Tutti gli ottimi risultati raggiunti sono da sempre ottenuti con una gestione assolutamente trasparente senza l’utilizzo di strumenti poco chiari o ingannevoli per il cliente. La prova, ancora una volta, è nei fatti in quanto il gruppo Azimut è sempre “fuori” da ogni problematica gestionale, vedi ad esempio i recenti accadimenti relativi all’utilizzo di Abs (asset backed securities, ndr) nei prodotti monetari puri».
Come pensate di muovervi per ottenere risultati simili anche in futuro?
«Innovazione e crescita. Sono queste le nostre linee guida per il futuro. Vogliamo essere sempre di più il punto di riferimento nel risparmio gestito e nel private banking in Italia continuando a rappresentare il luogo ideale dove svolgere al meglio la professione sia per i promotori finanziari che per i gestori. Qualità assoluta delle performance, formazione e reclutamento di professionisti di qualità, comunicazione chiara al mercato del nostro modello e dei nostri risultati e sviluppo estero sono alcune delle nostre linee di crescita future. Come abbiamo sempre dimostrato, nei fondi con il lancio dei prodotti flessibili dieci anni prima dell’industria - con il modello distributivo basato sulla compartecipazione di molti colleghi alla gestione del gruppo e con l’indipendenza alla base di tutti i nostri valori - vogliamo continuare a innovare in modo diverso ed efficace per i clienti, i promotori, i dipendenti e gli azionisti».
Quali sono i progetti di Azimut in termini di nuovi prodotti, acquisizioni, nuovi ingressi?
«Le novità e i progetti sono molto ambiziosi. Continueremo a crescere attraverso il reclutamento di nuovi professionisti e il lancio di nuove iniziative anche strategiche sia in Italia sia all’estero. In Italia siamo sempre più orientati al settore del private banking con lo sviluppo di prodotti e servizi dedicati per la clientela di alto livello come, per esempio, servizi fiduciari, di private insurance e nel settore degli hedge fund con il recente accordo siglato con IN Alternative. All’estero, invece, vogliamo svilupparci in modo innovativo.

Dopo l’apertura verso il mercato svizzero l’idea è quella continuare a cercare in giro per il mondo i migliori talenti nel campo sia della gestione che della distribuzione che desiderino mettersi in proprio con accanto un partner economico indipendente importante».

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