Il presidente Ghani rimuove Maria Bashir: è giallo in Afghanistan

L'unica donna procuratore generale del Paese, che ricopriva l'incarico nella provincia di Herat ed è considerata a livello internazionale un simbolo della lotta ai fondamentalisti, è stata esonerata

Maria Bashir l'unico procuratore generale donna in Afghanistan
Maria Bashir l'unico procuratore generale donna in Afghanistan

Sta facendo discutere in Afghanistan e non solo la rimozione da parte del nuovo presidente Ashraf Ghani del procuratore capo della provincia di Herat Maria Bashir, l'unica donna che nel Paese ricopriva un simile incarico, considerata da anni un simbolo del contrasto ai fondamentalisti. Solo pochi mesi fa Ghani aveva affermato che la presenza delle donne nelle istituzioni afgane è insufficiente e che il suo governo si impegnerà per promuovere il loro inserimento a tutti i livelli del potere e della pubblica amministrazione.
Poi la decisione inaspettata di esonerare Maria Bashir dall'incarico di procuratore generale di Herat, annunciata personalmente durante una visita alla città capoluogo della provincia che nell'ambito della missione Isaf è sotto la responsabilità delle truppe italiane. Lo stesso destino del magistrato donna è toccato ai capi della polizia di 15 distretti e ai ministri provinciali di Istruzione, Miniere, Dogane ed Energia. Non solo. Poco prima di Natale il presidente aveva rimosso anche il governatore della provincia di Herat, sostituendolo con il suo vice, dopo una verifica sul funzionamento delle istituzioni provinciali.
Un vero repulisti. Parlando a una shura, la riunione degli anziani della regione, Ghani ha spiegato che molti di coloro che sono stati estromessi "dovranno rispondere del proprio operato davanti alla giustizia". Ma a fare più rumore, anche a livello internazionale, è proprio la cacciata di Maria Bashir. La giudice, 44 anni, tre figli, ha subito diversi attentati dei fondamentalisti per la sua lotta contro la corruzione e a favore dell'educazione delle bambine, vietata durante il regime talebano e ancora fortemente osteggiato dalle leggi non scritte della società afgana.
Nell'ottobre scorso la stessa Bashir aveva smentito all'agenzia Ansa le voci su un suo esonero. Era stata nominata procuratore capo nel 2006, dopo un allontanamento dalla magistratura durante il regime dei talebani. Richiamata in servizio nel 2001, sempre in prima linea, ha ricevuto decine di minacce di morte. Anche di recente, da parte dei talebani del Pakistan. Non è mai stata tenera nelle critiche all'ex presidente Hamid Karzai, aveva più volte denunciato l'esiguità dei fondi destinati dal governo alla sua protezione e condannato la decisione delle forze Nato di andarsene dall'Afghanistan.
La scorta armata di Maria Bashir è pagata dagli Stati Uniti. Nel 2007 una bomba è esplosa fuori dal cancello di casa sua e una sua guardia del corpo è stata rapita e uccisa perché confusa con uno dei suoi figli.

La giudice ha ricevuto il premio "Donna coraggio" da Michelle Obama e Hillary Clinton ed è stata definita da Time la donna più influente della Repubblica islamica dell'Afghanistan e la stessa rivista l'ha inserita nel 2011 nella lista delle cento persone più influenti del mondo.

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