Pressioni americane sulla Ue: «Riconoscete subito il Kosovo»

Washington avrebbe chiesto a Pristina di proclamare la sovranità già domani. Ira di Putin, timori di Ban Ki-moon

La provincia ribelle del Kosovo scalpita per l’indipendenza dalla Serbia e gli americani premono sugli europei per accettare il fatto compiuto. Se fosse per Washington gli albanesi del Kosovo dovrebbero dichiarare la piena sovranità già domani prendendo i serbi ed i loro alleati russi in contropiede. Il primo ministro di Pristina, Hashim Thaci, continua a dire che è questione di giorni. Da Mosca, lo zar del Cremlino, Vladimir Putin, tuona ribadendo che «la Russia è categoricamente contraria ad una proclamazione di indipendenza unilaterale da parte del Kosovo»
Il quotidiano sloveno Dnevnik e quello serbo Politika hanno pubblicato ieri un dossier riservato del governo di Lubiana, che ha la presidenza di turno dell’Ue, sulle pressioni Usa per spingere l’indipendenza del Kosovo. Secondo il documento, il Dipartimento di Stato Usa avrebbe consigliato i politici kosovari di proclamare l’indipendenza domani, in modo da «non consentire ai russi di convocare d'urgenza una seduta del Consiglio di sicurezza» per porre il veto. E proprio ieri il segretario generale dell’Onu, il sud-coreano Ban Ki-moon, si è detto molto preoccupato perché il nodo kosovaro «divide profondamente il Consiglio di sicurezza e uno uno stallo potrebbe avere conseguenze pericolose».
Stando al resoconto sloveno, i diplomatici americani sono certi che almeno 15 Paesi dell’Unione Europea riconosceranno subito il Kosovo sovrano. Un numero «assolutamente sufficiente» secondo gli americani, anche se altri sei Stati europei punteranno i piedi. Gli Usa vogliono che sia la Slovenia a riconoscere per prima l’indipendenza del Kosovo. Thaci è convinto che l'Italia «sarà nella prima tornata di coloro che ci riconosceranno». La data più probabile, a parte le pressioni americane, rimane la riunione del Parlamento di Pristina del 6 febbraio. Tre giorni dopo il secondo turno delle elezioni presidenziali in Serbia, che vedono in lizza il capo dello stato uscente Boris Tadic, moderato ed euroatlantico, e l’ultranazionalista filo-russo, Tomislav Nikolic.
I russi hanno risposto ieri a muso duro durante la visita a Mosca di Tadic e del primo ministro serbo Vojislav Kostunica. I vertici di Belgrado sono volati al Cremlino per firmare un mega-accordo energetico sul passaggio attraverso la Serbia del gasdo0tto “South Stream”. Putin è stato categorico sull’indipendenza del Kosovo: «Questo passo potrebbe seriamente danneggiare l'intero sistema del diritto internazionale e avere implicazioni negative tanto per i Balcani quanto per la stabilità in altre regioni del mondo».


Lunedì si riuniranno i ministri degli Esteri dell’Unione europea, ma sarà difficile che trovino un accordo sulla firma con la Serbia del primo passo verso l’adesione alla Ue. Lo scoglio è la mancata consegna dei criminali di guerra come il generale serbo bosniaco Ratko Mladic.
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