Opzione donna, anticipare da 60 a 58 anni: come fare

L'esecutivo non esclude un intervento che tuteli le lavoratrici per ottenere l'uscita anticipata. Ecco tutte le novità che la manovra potrebbe contenere in merito a Opzione donna

Opzione donna, anticipare da 60 a 58 anni: come fare
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Sono in arrivo delle novità in merito a Opzione donna. Come affermato dal sottosegretario all’Economia, Federico Freni, l’esecutivo porrà attenzione nei confronti delle donne e non è escluso un intervento sulla misura che tutela delle lavoratrici per ottenere l'uscita anticipata. Ecco tutte le novità che la Manovra 2024 potrebbe contenere in merito a Opzione donna.

La situazione nel 2023

La legge di bilancio 2023 ha introdotto requisiti maggiormente stringenti nei confronti delle donne. Infatti, se prima bastavano 58 anni per le dipendenti pubbliche e 59 per quelle del mondo privato, attualmente la richiesta del limite d’età è aumentata a 60 anni. Inoltre devono essere stati versati 35 anni di contributi e la lavoratrice deve prestare assistenza da almeno sei mesi al coniuge o a un parente di primo grado o affine convivente con handicap in situazione di gravità, oppure avere un'invalidità civile di almeno il 74% o risultare licenziata o dipendente da imprese in stato di crisi.

I numeri

La stretta nel 2023 ha causato la riduzione della platea di donne che possono lasciare il lavoro anticipatamente. Le pensioni Opzione donna nei primi sei mesi del 2023 sono 7.536 mentre nel 2022 ammontavano a 24.559. Inoltre, come spiegato all’interno del monitoraggio Inps sui flussi di pensionamento, 4.120 donne quest’anno percepiscono un assegno che ammonta a meno di mille euro al mese.

Le novità

In merito a Opzione donna, le novità in arrivo potrebbero riguardare innanzitutto l’abbassamento della soglia di accesso a 58 anni, non più a 60. Questa modifica non varierebbe in base al numero dei figli delle lavoratrici. Rimarrebbe però la limitazione, la misura verrebbe applicata solo per caregiver, invalide al 74%, licenziate o occupate in imprese in crisi. L’assegno previdenziale verrebbe poi tagliato del 20% a causa del calcolo contributivo della prestazione.

In merito alle agevolazioni per le donne potrebbe esserci anche un possibile ampliamento dell’Ape sociale, con l’inserimento di nuove categorie di lavori gravosi e misure specifiche per le donne a partire da 60 anni.

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