Prodi fa ricorso contro Speciale

È in corso a Palazzo Chigi l’incontro tra Prodi e Padoa-Schioppa per ecidere i termini del ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar, che ha dato ragione all’ex comandante della Guardia di Finanza, generale Roberto Speciale

Prodi fa ricorso contro Speciale

Milano - Il governo presenterà ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che ha dichiarato annullato per «eccesso di potere» e la destituzione del generale Roberto Speciale dal comando generale della Guardia di finanza. Per tutta la giornata di ieri i consiglieri giuridici di Palazzo Chigi hanno esaminato la sentenza del Tribunale amministrativo e studiato le possibilità di impugnarla. Oggi il dossier sarà sul tavolo del vertice tra Romano Prodi e Tommaso Padoa-Schioppa, ma la decisione appare segnata. È lo stesso presidente del Consiglio a confermarlo in serata, intervistato da Fabio Fazio nel programma televisivo «Che tempo che fa».
Nel pomeriggio, la risposta del premier sull’argomento era stata interlocutoria. E la posizione del governo si era nascosta dietro un gioco di parole: «Oggi non è una giornata speciale, ma normale». Poi, di fronte alle telecamere e dopo un consulto con il portavoce Silvio Sircana, pochi minuti prima di andare in onda, la svolta per troncare le crescenti polemiche nell’Unione e «blindare» il ministro dell’Economia - bocciato dal Tar anche sulla Rai - di fronte all’offensiva dell’opposizione.
Dunque, annuncia Prodi in diretta tv, «questa mattina alle 8,30 vedrò Padoa-Schioppa. Valuteremo i tempi e i modi, ma la decisione è quella». Ovvero ricorso. Con duplice obiettivo. Primo: chiedere subito la Consiglio di Stato la sospensiva della sentenza del Tar, che in caso contrario sarebbe immediatamente esecutiva e produttiva di effetti imbarazzanti per il governo (che succede alla Guardia di finanza? Chi è il comandante legittimamente in carica?).
Secondo: chiedere, al termine di un giudizio di appello, di ribaltare la stessa sentenza che secondo il presidente del Consiglio - con lettura evidentemente riduttiva - «riguarda problemi procedurali e non di sostanza», laddove invece «di problemi di sostanza ce ne sono tanti, e ne sono saltati tanti fuori dai giornali in questi giorni». Il riferimento è all’inchiesta sul generale Speciale per l’uso a fini privati di mezzi e fondi della Finanza.
Caso-Speciale a parte, l’intervista di Fazio tocca tutti i temi dell’agenda politica. Il filo conduttore è chiaro dalla prima domanda («quando cade il governo?». «Domani, sempre domani, così può anche durare in eterno») all’ultima («ha già fatto gli scatoloni in ufficio?». «Non ci penso nemmeno»).
Prodi è a suo agio, sulla fragilità della maggioranza ci scherza su: «Quando non farò più politica insegnerò scienza delle coalizioni», «al Senato ci si diverte di più che alla Camera». Poi spiega: «Adesso l’attività nel governo è assolutamente armonica. La squadra funziona. Poi naturalmente ci sono i timori dei partiti, la visibilità, la nuova legge elettorale... ». Più volte accenna «alle inquietudini» che destabilizzano l’Unione a causa del dialogo Veltroni-Berlusconi, ma stando bene attento a non mettersi di traverso sulla strada della trattativa. «Non sono ottimista» sulla riforma elettorale «perché si deve scontentare per forza qualcuno, ma può andare in porto».
Un messaggio arriva ai sindacati, che minacciano uno sciopero generale a gennaio sul tema dei salari. Il premier parla per la prima volta di «riduzione del carico fiscale sul lavoro dipendente».
In politica estera, Prodi rivendica come massimo successo del governo la missione in Libano e rifiuta ipocrisie sul mancato incontro con il Dalai Lama: «In politica la ragion di Stato esiste. Io devo preoccuparmi delle conseguenze finali dei miei comportamenti» ovvero i rapporti con la Cina.
Un inchino davanti a Luciana Littizzetto, che il premier, finita l’intervista, si ferma a guardare in un salottino del centro Rai con la moglie Flavia. E addirittura un caloroso abbraccio con Zucchero, l’altro ospite della trasmissione. «Siamo nati a pochi chilometri di distanza, si finisce per conoscersi... », dice il premier. «È da sempre un mio fan - racconta il cantante - mentre Sircana è un grande chitarrista».

I due, tempo fa in casa di amici hanno anche suonato assieme. Prodi e Zucchero si parlano per un po’, ma l’argomento non è politico. Si parla di ristoranti e il bluesman suggerisce al premier un posto «dove fanno un bollito meraviglioso».

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