Dopo i festeggiamenti e gli applausi, arriveranno le lacrime. O almeno le imprecazioni. È inevitabile che il nuovo governo ci costringa a por mano al portafoglio. Lo richiede la situazione. Lo sappiamo tutti. Eppure il governo tecnico ci fa paura. Non siamo abituati a stringere la cinghia. Da troppo tempo viviamo al di sopra delle nostre possibilità: è il motivo per cui abbiamo accumulato un mostruoso debito pubblico che mai nessuno, negli ultimi quarant’anni, è riuscito a contenere.
Silvio Berlusconi a dire il vero ci ha provato in ogni modo a sistemare i conti: glielo hanno impedito le opposizioni, i sindacati, le corporazioni, qualcuno anche della maggioranza, per esempio la Lega. Ciascuno ha difeso e difende i propri interessi o quelli della categoria cui appartiene. E al momento di tagliarele spese c’è sempre stato (e ancora ci sarà) chi ha fatto l’impossibile per impedirlo.
Le pensioni non si toccano. Il welfare è sacro. La sanità è basilare. Gli invalidi, anche quelli falsi, vanno tutelati. I contributi a fondo perduto sono utili all’industria. L’università e la scuola sono il futuro e, quindi, giù le zampe dai finanziamenti. Alla fine i conti sono impazziti: lo Stato ha speso molto più di quanto abbia introitato. La gestione allegra non poteva continuare in eterno. Cosicché a un certo punto il bubbone è scoppiato. Ed ecco che ci troviamo qui con un governo tecnico cui abbiamo dato licenza di ucciderci. E ucciderà. Forse non noi, ma le nostre tasche sì. Ce la siamo cercata, l’abbiamo voluta.E adesso i primi a essere spaventati sono proprio coloro i quali - i progressisti - hanno sempre osteggiato la politica del rigore. Mario Monti ci massacrerà.
Mai nessun premier prima del professore bocconiano aveva ricevuto un’accoglienza tanto trionfalistica. Con rispetto parlando, ci siamo ridotti a dare il benvenuto al carnefice. Del quale, comunque, abbiamo bisogno. Ma siamo sicuri che il carnefice sarà capace di essere abbastanza cattivo da agire con la dovuta spietatezza su due fronti? Cioè su quellodella spesa corrente e su quello del cespite fiscale? Il nostro timore è che il nuovo governo tecnico sia costretto, come tutti i governi che lo hanno preceduto nella gestione del casino Italia, ad aumentare solo le tasse e a non razionalizzare le uscite nel timore non solo di scontentare i cittadini, ma soprattutto i partiti della pasticciata maggioranza, che comprende cani e gatti, sinistra e destra, eternamente divisi da una diversa visione dei problemi. In altri termini, Monti e la sua équipe da lunedì saranno di fronte a un dilemma: fare cassa, sfrondando il welfare (e non solo) oppure aumentando le tasse.
A occhio e croce, il presidente del Consiglio sarà più orientato a scegliere la seconda opzione non per convincimento, ma per oggettiva impossibilità a chiedere sacrifici ai fruitori del cosiddetto stato sociale, che ha viziato troppa gente avvezza a campare a sbafo grazie alla protezione, per esempio, della Cgil e di una politica clientelare nata coi regimi democristiani (cattocomunisti) e mai morta. Insomma, cari lettori preparatevi a pagare salato: sarà ripristinata l’Ici,le cui aliquote verranno inasprite; poi crescerà l’Iva e le cosiddette accise (sui carburanti) saliranno chissà fin dove. C’è poco altro da attendersi. Difatti per realizzare riforme più articolate e incisive è richiesto molto tempo, e il premier, invece, ha fretta. Fretta di dimostrare ai mercati e all’Europa che il nostro Paese è pronto a dare risposte drastiche, draconiane. Va da sé che l’esecutivo non voglia parlare di lacrime e sangue: non sarebbe un bel biglietto da visita. Ma di questo si tratta. È finita la ricreazione, comincia il tormento. E il bello è che la sinistra sarà obbligata a fare buon viso a cattiva sorte. Mentre i berlusconiani sorrideranno sotto i baffi al pensiero che Monti, dopo essere stato ricevuto con manifestazioni di giubilo dai detrattori del Cavaliere, considerato la causa di ogni male, farà esattamente ciò che al governo dimissionato era stato vietato di fare per un motivo o per un altro.
La nemesi storica colpirà soprattutto il Pd e l’Idv,mentre il Pdl, che ha subìto l’onta della bocciatura, avrà modo di rivalersi sugli avversari ricordando loro la verità: «Noi ve l’avevamo detto». In effetti, se l’opposizione fosse stata responsabile avrebbe collaborato col Cavaliere a salvare l’Italia per tempo. Così non è stato. Anzi. Pier Luigi Bersani e complici hanno cavalcato a lungo la crisi allo scopo di far secco Berlusconi, e ora sarà il Pd a soffrire dei provvedimenti impopolari dei signori tecnici.
Ci domandiamo che cosa succederà quando i professori annunceranno l’abolizione delle pensioni di anzianità e l’introduzione di una patrimoniale (la madre dell’Ici): Bersani e Susanna Camusso andranno a nascondersi o faranno cadere il governo che hanno salutato come salvatore della Patria? Vigilanza, compagni, dicevano una volta i comunisti. Noi non siamo compagni, ma vigileremo lo stesso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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