Prostituta assassinata: l’identità del killer in una lista di 50 nomi

Una lista di circa 50 nomi. È quella che stanno vagliando gli investigatori della squadra mobile per risalire all’assassino di Maria Burgato, la 55enne soffocata all’interno del suo appartamento in via Raffaello Sanzio 10 un mese fa. La donna, originaria di Arcore dove risiedeva, secondo la polizia utilizzava lo studio in zona San Siro per prostituirsi. E pare avesse un discreto giro di clienti. Ora nel mirino degli inquirenti.
Il cadavere della donna - vestita, nessun segno di violenza, accanto a lei un residuo di vomito - venne ritrovato nel pomeriggio dell’8 novembre. E l’inchiesta iniziò con un ritardo compromettente. Gli investigatori della squadra mobile, infatti, dopo il rinvenimento del corpo, non pensarono subito a un delitto tant’è che affidarono il caso al commissariato di zona come se quella della donna rappresentasse una delle tante morti naturali che accadono ogni giorno. Che si trattava di un omicidio lo rivelò solo qualche giorno dopo l’autopsia evidenziando, come causa del decesso, un’«asfissia meccanica esterna». In altre parole, un probabile soffocamento. Forse, potrebbe essersi trattato di un gioco erotico estremo finito male.
Durante l’inchiesta sono emersi particolari importanti. Al momento del ritrovamento del cadavere la porta dell’appartamento non era chiusa a chiave e nell’abitazione non erano stati trovati né denaro né l’orologio della vittima, mentre c’era il suo cellulare. «La donna - spiegano gli investigatori - riceveva i clienti in maniera discreta, su appuntamento, e non tutti i condomini dello stabile di via Sanzio erano a conoscenza della sua attività. Inoltre in quel condominio c’è un certo viavai, quindi non è detto che il ladro sia la stessa persona che l’ha aggredita».
La polizia esamina tutti i filmati delle telecamere di sicurezza della zona, ma l’identità dell’assassino della Burgato non emerge dalle immagini registrate. Ovvero: sono troppe le persone che, nell’arco di tempo in cui avrebbe potuto essere commesso il delitto, entrano ed escono da quello stabile. Molte risiedono lì o, comunque, hanno un appartamento nello stabile e non possono essere coinvolte nel delitto. Altre sono estranee al palazzo, non hanno nulla a che fare con quello stabile. E alcune di queste, in particolare gli uomini, sono riconducibili alle frequentazioni della Burgato. «In ogni caso non è detto che le telecamere abbiano ripreso l’assassino», chiosa la polizia. Il passo successivo dell’inchiesta è stato quello di controllare tutte le conoscenze, della donna. Il cellulare e le agende della Burgato, però, sono fitte di nomi maschili. Troppi perché l’inchiesta possa prendere slancio verso la soluzione in breve tempo. Secondo indiscrezioni, infatti, la polizia sta vagliando una lista di circa 50 uomini. Persone normalissime, la maggior parte residente proprio nelle vicinanze di via Sanzio o, comunque, in zona san Siro.
La Mobile di recente ha risolto due omicidi in meno di una settimana. Parliamo del caso della ex sarta 70enne Lucia Scarpa, uccisa il 4 ottobre a coltellate nella sua abitazione di via Romolo Gessi da un vicino di casa filippino a cui aveva prestato del denaro.

E di quello della pensionata di 81 anni Franca Monfrini, strangolata il 20 ottobre da una conoscente ecuadoriana, sempre per ragioni di denaro, nel suo appartamento di via Mario Borsa. E l’assassino di Maria Burgato? Per lui, ci potrebbe volere molto più tempo.

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