L’Università Statale ieri è stata occupata per protesta contro gli arresti per gli incidenti al G8 di Torino da un gruppo di studenti che sono entrati nell’ufficio del rettorato, quindi hanno esposto striscioni e organizzato cortei interni. Alle manifestazioni di protesta all’interno dell’ateneo di via Festa del Perdono avrebbero partecipato alcune decine di studenti. Il loro primo passo è stato quello di entrare nell’ufficio del rettore, e presidente della Crui, Enrico Decleva, che però non era presente. Quindi hanno esposto striscioni dalle finestre del primo piano verso il cortile interno. In uno era scritto «Liberi tutti, liberi subito». Infine gli studenti hanno percorso in corteo i corridoi dell’università diretti verso gli uffici della facoltà di Lettere e Filosofia per parlare con il preside.
Subito dopo, sulla pagina lombarda del sito web Indymedia, il portale di riferimento della galassia antagonista, è apparso un messaggio minaccioso intitolato. «E allora “l’onda” si fece “bomba”», accompagnato dalla foto di una bomba carta. Il messaggio è rimasto visibile per circa mezz’ora, poi è stato cancellato. Nell’immagine, ci sono una miccia, quella che sembra polvere da sparo, un foglio di carta e un piccolo cilindro. A destra l’ordigno pronto. Sotto, la scritta: «Pensate che gli arresti ci spaventano? Pensate di impedirci di manifestare? Pensate che gabbie e manganelli salveranno la vostra società di sfruttamento? Pensate male». Il messaggio anonimo, inserito alle 16.26, è stato immediatamente più volte commentato prima di essere rimosso all’improvviso.
I centri sociali milanesi, pur non andando al G8 dell’Aquila, infatti, già nei giorni scorsi avevano minacciato di bloccare la città.
«Nonostante il cinismo e le manovre del governo, anche questo G8 sarà segnato da contestazioni ed iniziative svolte sia nel territorio aquilano che su quello nazionale» si trova scritto ancora sul sito. Così i no global nostrani non hanno esitato a mettersi «in moto», una sorta di prologo alla «tre giorni milanese» annunciata qualche giorno fa. Si aprirà infatti domani alle 16 in piazza San Babila con un presidio. Si replicherà poi dopodomani, giovedì, alle 15 in Cadorna da dove partirà un corteo che sfilerà per le vie cittadine. Gran finale venerdì 10 con una giornata di blocchi diffusi ed estemporanei. Difficile, però anticipare gli esiti di questi appuntamenti. Lo sa bene la prefettura, che sta valutando con la questura delle misure per «ridurre la possibilità di disordini». Sarebbero allo studio dei percorsi alternativi - rispetto a quelli annunciati dai Disobbedienti per i loro cortei - per evitare di farli passare dal centro.
Allo stato attuale non ci sono segnali che lascino prevedere scontri furibondi, ma non si può mai dire: anche l’iniziativa di ieri all’università Statale non era prevista. E poi è arrivato il blitz.
«Il G8 non si ferma a L’Aquila - continuano a scrivere sul sito -. Non ci basta farci sentire in una sola città per ricordare che con questo sistema non scendiamo a patti, non trattiamo, non ci confrontiamo.
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