«Punto sulle videolottery Vedrete, piaceranno a tutti»

«Punto sulle videolottery Vedrete, piaceranno a tutti»

Per spiegare al grande pubblico la dimensione di Codere, basta dire che si tratta della multinazionale leader nel settore del gioco privato in Europa e America Latina. In Argentina, Brasile, Colombia, Spagna, Italia, Messico, Panama e Uruguay gestisce 53.750 slot, 141 sale bingo, 238 sale di scommesse sportive, 3 ippodromi e 7 casinò. Lo stato di salute è ottimo. Nel 2009 ha fatturato 967,9 milioni con una flessione del 7,8% rispetto al 2008, ma l’Ebidta è stato pressoché analogo. E ciò che più impressiona in un settore fortemente indebitato con le banche, il gruppo dispone di un saldo di cassa pari a 90,2 milioni di euro e una linea di credito non sfruttata di 58 milioni di euro. In Italia l’Ebidta è cresciuta del 27,5% in un anno di grandi cambiamenti. Di qui l’interesse a intervistare Massimo Ruta, 50 anni, siciliano, country manager di Codere Italia con esperienze precedenti in Intralot, Lottomatica e Gtech Italia.
Cos’è cambiato nel nostro paese dove il bingo ha dato vita a una vera e propria inversione di tendenza? E cosa si aspetta in prospettiva?
«La ripresa del Bingo è legata al riallineamento del payout ai livelli, anche se minimi, degli altri giochi. Era assolutamente necessario passare da un anacronistico 58% ad un più realistico 70%, tenendo conto che il Gratta e Vinci paga intorno al 70%, le Newslot non meno del 75% e le Videolotterie si avvarranno di un payout minimo dell’85%. In futuro auspicheremmo ulteriori aggiustamenti sulle modalità di erogazione dei premi aggiuntivi, Bingo One per esempio, che potrebbero rendere ancora più attrattivo il gioco».
Il comparto dei giochi continua a crescere di pari passo con l’offerta sempre più ampia e variegata. Come si pone Codere?
«La nostra compagnia rappresenta il 3% nel segmento degli apparecchi da intrattenimento sia in termini di numero di macchine che di raccolta di gioco e, con meno del 6% delle sale Bingo in attività, produce più dell’11% di quel mercato. Una politica vincente dovuta alla qualità dei servizi forniti alla clientela nei grandi negozi di gioco, che vanno ben oltre la pura attività di gioco».
Cosa cambierebbe in questo settore? E di cosa non farebbe mai a meno?
«Sicuramente non ci priveremmo degli sforzi di Aams volti a far emergere la parte grigia del mercato, eliminare le sacche residue di gioco clandestino e punire le furbate di qualche operatore. Invece proveremmo a cambiare la logica che permette a un concessionario di vendere solo un prodotto di gioco. Bisognerebbe modificare le modalità di concessione superando il modello delle esclusive».
Le Videolottery rappresentano solo una delle ultime frontiere del gioco. Codere è pronta alla sfida?
«Certo che sì. Codere ha un’importante esperienza in questo settore, acquisita attraverso l’attività svolta in altri paesi, come in Messico e Spagna. Abbiamo le idee chiare perché i nostri laboratori in Messico hanno testato praticamente tutti i maggiori fornitori di questo tipo di apparecchiature. E centinaia di nostre sale già lavorano con molte di queste macchine».
Passiamo a qualche previsione. Che guadagni si aspetta dalle Vlt? E quanto bisognerà attendere per rientrare degli investimenti effettuati?
«Le rispondo in modo lapalissiano, ma chiaro. Una macchina che offre un alto payout e la possibilità di vincere jackpot decisamente interessanti non può che avere grande successo. E allora, volendo fare a tutti i costi un pronostico, ci aspettiamo un gradimento doppio, forse triplo, rispetto alle Newslot, da parte del giocatore italiano».
Ma allora le Vlt rischiano di cannibalizzare le Newslot...


«No, perché sono localizzate in esercizi di tipo diverso e quindi indirizzate a giocatori differenti in termini di abitudini. L’impatto sul mercato delle Newslot non dovrebbe essere significativo sempre che venga mantenuta questa distinzione».

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