Quando il «gentil sesso» mostra muscoli e grinta

In occasione del Centenario dell'Unità d'Italia, il Comune di Milano, l'Università degli Studi di Milano, la Fondazione Candido Cannavò, il Centro Studi per l'Editoria e il Giornalismo hanno voluto, con la mostra «Donna è sport», ricordare il contributo del «gentil sesso» nello sport italiano, proprio dal 1861 a oggi, per i festeggiamenti dell’Unità d'Italia. Un convegno è stato dedicato anche a Candido Cannavò, lo storico direttore della Gazzetta dello Sport. La sede è il Museo del Risorgimento di via Borgonuovo 23 (fino al 26 settembre); l’esposizione, a cura di Maria Canella e Sergio Giuntini, si articola in cinque sezioni, con tanto di foto, documenti, filmati, coppe e medaglie. Dalle pioniere come Franca Iacona Florio (1873-1950), Alfonsina Strada (1891-1959), Andreina Gotta Sacco (1904-1988), Ondina Valla (1916-2006) - e pensare che, tra brave scalatrici, sui registri del Pirovano c'era anche Ada Negri, mentre Anna Maria Ortense era la regina del Giro d'Italia - a Gianna Menzini per i pattini a rotelle, mentre Umberto Saba scriveva la poesia Campionessa di nuoto e Bruno Fattori più avanti La nuotatrice, segno che le donne facevano un certo scalpore a volere dimostrare fisiologicamente e psicologicamente che potevano farcela quanto gli uomini. La Toso era un delfino. Per l'auto Fernanda Colombo batteva tutte. Persino Edmodo de Amicis si era degnato di inserire la donna sportiva nella letteratura.
Il percorso della mostra prosegue con la fotografia e lo sport femminile; donna e giornalismo; lo sport femminile alle Olimpiadi del 1960; la donna sportiva nelle arti e nelle lettere; l'abbigliamento tra Ottocento e Novecento; la donna sportiva durante il fascismo; moda e sport dal dopoguerra a oggi. Atlete, cicliste, pattinatrici, tenniste, aviatrici come Claudia Lupi ed Elsa Gamberin per la mongolfiera (erano già anni Venti e Trenta), e con il passare degli anni anche ottime calciatrici come Elisabetta Vignotto fino ad arrivare alle azzurre alle finali europee degli anni Settanta. Ma non dimentichiamo quelle al volante come Rosadele Faccetti e Bianca Maria Piazza. E poi le alpiniste, le scalatrici di roccia del Club Alpino Italiano, come la Varale o la Metzelin. La spada, lo sci, la vela e il primo oro olimpico di Ondina Valla, che a Berlino riceve l'abbraccio del principe ereditario Umberto e diviene la beniamina del Duce. E poi ancora il tennis con la prima campionessa italiana, la contessina Rhoda de Bellegarde nel 1913 e 1914, fino ad arrivare a Lea Pericoli, vera star degli anni Sessanta. Turismo balneare, crociere, nuoto, sci d'acqua, palla a volo e competizioni da spiaggia erano seguite da Ada Negri e altri intellettuali e artisti. Era il giugno del 1946 quando comparve il primo bichini in America, nel Pacifico, ma già per i tuffi in Italia a quell'epoca i costumi erano attillati e scollati.

E poi ancora gli anni Settanta, con il «mondiale» di nuoto per Novella Calligaris, fino ad arrivare ai giorni nostri: Valentina Vezzali per al scherma, Tania Cagnotto per tuffi e Federica Pellegrini per il nuoto chiudono l’esposizione, che nella sua completezza documentaristica attesta la storia di una nazione. Catalogo edito Fondazione Cannavò (euro 25). L'ingresso al museo è libero (chiuso lunedì, www.museodelrisorgimento.mi.it).

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