Ma quanto costa la «foresta» di Veltroni: mezzo milione di piante al quadruplo del prezzo

Il presidente di Oikos: «Noi presentammo un progetto analogo ma più economico e venne bocciato»

Avete presente la nuova foresta da 500mila piante che il Comune creerà nei prossimi cinque anni e annunciata neanche una settimana fa?. «Il sindaco Veltroni deve piantarla sì, ma con la demagogia e i progetti multimilionari». La bocciatura viene da Enzo Minissi, presidente dell’Oikos, una delle associazioni ambientaliste storiche a Roma. Minissi spara a zero. «Primo, vorrei capire perché qualche anno fa noi presentammo un progetto analogo, ma dai costi molto più contenuti, e ci hanno detto di no». Secondo? La spesa prevista dal Comune in 5 anni per ri-forestare la periferia è di 9 milioni di euro. «Si tratta di importi assolutamente sopravvalutati, almeno dalle 4 alle 6 volte» spara Minissi. Come è possibile? Per riferimento si prenda il tariffario in vigore presso la Regione Lombardia. Da questo risulta che le imprese forestali forniscono un bosco di cinque anni «chiavi in mano» con 1.100 piante (di cui 550 di pregio) a un prezzo «che va dai 6 ai 9mila euro» per ettaro. «Sono prezzi complessivi» spiega il presidente dell’Oikos, «e che comprendono pacciamatura, cioè il trattamento del terreno per tenere a bada il sottobosco, la gestione per 5 anni, sostituzione delle piante che muoiono, la recinzione. È ovvio che nei grandi interventi poi c’è un forte abbattimento dei prezzi».
Esempio? «Aggiungere 1.000 piante in più ad ettaro costa 1.800 euro. I 9mila euro sono la cifra massima, se si interviene su terreni impervi e scoscesi, e non è il caso di Roma. La recinzione poi si usa nei terreni a pascolo. E le piante che il Comune vuole allocare saranno sistemate nei parchi già esistenti, dove quindi non sono necessarie recinzioni» Tirando le somme? «Un bosco come è stato annunciato dal Campidoglio si porta a casa con 2,1 milioni» risponde Enzo Minissi che a scanso di equivoci aggiunge: «Noi comunque ci rivolgeremo alla Corte dei conti». Accuse gravi, le sue. «Io non accuso nessuno. Ricordo solo che fino alla fine degli anni ’80 le piante a Roma costavano molto, con gravi ripercussioni sulla qualificazione del verde cittadino. Poi durante Tangentopoli vari imprenditori dei vivai finirono nel mirino della magistratura. Invito Veltroni alla cautela e ad approfondire la questione».
Ma all’Oikos hanno il dente avvelenato anche su altro. Sul fronte della lotta ai roghi estivi e del volontariato anti-incendi. «Al Comune concentrano tutta l’attenzione su Castelfusano e Castelporziano. Ma a Roma ogni anno bruciano 150 ettari di bosco, di cui un terzo va completamente perduto» dice ancora Minissi, «e la nostra associazione è ancora senza convenzione».
Ce n’è anche per l’ex sindaco Francesco Rutelli. L’impegno da lui preso di vincolare l’amministrazione comunale a piantare un albero per ogni bambino nato? «Una boutade.

Non è mai stato attuato» incalza il responsabile dell’Oikos. «Noi questi alberi non li abbiamo mai visti. Se si vuole veramente combattere l’inquinamento bisogna piantare milioni di alberi. Come hanno fatto a Los Angeles».

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