Quarantaduemila volontari: il record nascosto di Milano

È in testa rispetto a tutti gli altri Comuni della provincia Le associazioni in città sono 872, crescono di 65 all’anno. In calo la disponibilità di pensionati e giovanissimi ma è boom fra i cinquantenni

Il cuore grande di Milano è un esercito di 42mila volontari. Pulsa e cresce in proporzione al territorio, in provincia le persone che regalano agli altri il proprio tempo salgono a 75.083. E per più di 50mila si tratta di un impegno fisso a cadenza settimanale o mensile. I Comuni più generosi? Milano è capofila, seguita da Legnano, Abbiategrasso, Rozzano, Magenta e Cesano Boscone. Le associazioni di volontariato crescono al ritmo di 65 in più all’anno. Secondo gli esperti riuniti ieri alla sala Guicciardini della Provincia per presentare il rapporto 2009, la conseguenza del proliferare di gruppi di volontari è dipesa anche «dalla propensione alla solidarietà che si sviluppa in momenti di crisi economica ma anche dalla possibilità che la rete offre di coltivare relazioni sociali». «Aumentano i volontari e le associazioni ma aumentano anche bisogni» conferma Lino Lacagnina presidente Ciessevi, centro servizi per il volontariato. Rispetto all’anno scorso sono di più le organizzazioni che si occupano di nomadi (+5,4%), senza tetto (+1,7%), persone con difficoltà economiche (+1,5%), malati e traumatizzati (+1,2%). La gran parte delle associazioni (66,3 per cento) si prende cura di disabili (15,5%), anziani autosufficienti (12,6%), familiari di persone con disagi (11,7%), immigrati (11,1%), persone con difficoltà economiche (9,2%), anziani non autosufficienti (9%), minori (8,1%), malati psichici (7,3%), detenuti ed ex detenuti (4,7%), nomadi (4,6%), malati e traumatizzati (4,5%). «Quello che è emerso in questi ultimi anni - conferma Lacagnina - è l’esagerata frammentazione delle associazioni. Fra i compiti che ci siamo prefissi c’è quello di evitare le dispersioni: è più semplice e anche più economico che i gruppi che hanno la stessa finalità si uniscano, una coperta corta non può bastare per tutti». La crisi allora, se da un lato favorisce l’associazionismo dall’altro lo penalizza.
Chi è il volontario tipo? Non è giovanissimo e, sorpresa, nemmeno pensionato. Rispetto all’anno scorso la disponibilità dei pensionati è scesa del 10,5%. Il 52,8 per cento ha più di 54 anni, gli over 54 sono cresciuti del 3,4 per cento mentre i giovani dai 15 ai 29 anni sono scesi dello 0,9. E ancora: il volontario ha un lavoro fisso, un livello di istruzione elevato, i laureati sono cresciuti del 12 per cento e i diplomati del 3,2 per cento. I sofferenti più «scoperti», quello che avrebbero più bisogno di aiuti sono i malati psichici. «La malattia mentale fa paura - conferma il responsabile Ciessevi -. Di fronte a essa i volontari si sentono ancora inadeguati e impreparati».
«Sussidiarietà, volontariato e terzo settore sono priorità per la Provincia di Milano - ha dichiarato il presidente Guido Podestà -.

Una Provincia, la nostra, che sostiene interventi di supporto alle iniziative del volontariato, valorizzando la sussidiarietà nel privato sociale. Una Provincia che sviluppa il lavoro di rete con il settore pubblico e che facilita l'integrazione nei processi di partecipazione sul territorio».

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