Quarto Oggiaro, spacciatori con penne-pistola

Arrestata una famiglia che nascondeva armi degne di 007 e cocaina

Pistole ricavate dall’involucro di alcune penne a sfera. Un modo come un altro per andare in giro armati senza dare nell’occhio. Soprattutto se ti chiami Massimo Ligori, hai 35 anni, abiti a Quarto Oggiaro, sei pluripregiudicato per reati (tra gli altri) connessi allo spaccio di droga e sei l’ex convivente di una tizia, la 42enne Franca Petriccelli, pure lei piena di precedenti e madre di un 22enne, Roberto Ragazzi, che con gli stupefacenti ha spesso a che fare. Se inoltre la polizia vi tiene d’occhio perché vi ha schedato come «vicini» al clan dei Carvelli, pericolosi esponenti della nota famiglia calabrese che controlla il traffico di droga, le bische, l´intero territorio del quartiere e ultimamente coinvolta in grossi fatti di sangue (Francesco Carvelli, 22 anni, figlio dell’ergastolano Angelo Carvelli, è stato trovato ucciso al parco delle Groane di Garbagnate il 4 agosto scorso, ndr) allora, signor Ligori, tu e i tuoi amici siete proprio nei guai.
In fondo è stato un bene che a trovare Ligori, la Petriccelli e Ragazzi siano stati gli investigatori del commissariato di Quarto Oggiaro, guidati dal commissario capo Angelo De Simone. Di questi tempi in zona c’è aria di vendetta e sangue.

Per questo, forse, quando i poliziotti, dopo una segnalazione di presenza di armi, sono intervenuti nell’appartamento di via Capuana dove vivono la donna e il figlio, Ragazzi si è affrettato a dichiarare che i 22 grammi di cocaina trovati erano suoi, ma le armi-penne e le munizioni, pronte per essere utilizzate per il controllo del mercato della droga a Quarto Oggiaro, no, quelle appartenevano a Ligori. Risultato: sono finiti dentro tutti e tre.

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