Ora che perfino Raymond Domenech, quel simpaticone del ct francese, ha messo a dormire le arti del gufo, da chi guardarsi le spalle? Indubbiamente lItalia, che si porta dietro quella aggettivazione pomposa: campione del mondo, deve dribblare gelosie e invidie. Ma come non sapere che i migliori nemici di noi stessi siamo noi italiani? Che dire, per esempio, di quel Lippi che compare e scompare dai discorsi di addetti ai lavori e federali? E lui, con la sobrietà e la noncuranza che non possiede, pronto a smentire: per favore cosa pensate? Si, certo allenerei lItalia, però mi piacerebbe lestero... E così via. Allestero, per il vero, non ci sono code in attesa di un suo «sì». In Italia è tutto fatto, basta che Donadoni salti per aria in fretta, a dispetto del contratto. Possiamo dire tutto circa scelte e modi di fare di questo ct, ma guardate bene la scena: lui e le sue rocciose convinzioni circondati da un bel serpentario. Patatrac con lOlanda e subito gli amici dellex pronti a richiamarlo in panca a mezzo stampa. Nessuno capace di ricordare che tra Lippi e Donadoni esiste una differenza essenziale: ovvero lo stellone. Quello di Lippi è stato infinito, quello di Donadoni chissà dovè finito? Donadoni ha sbagliato alla prima partita, Lippi spesso si è salvato in corner (salvo miracoli di Buffon). Ma oggi tutti ad occhieggiare il beneamato ex ct che, da dietro luscio, finge indifferenza, ma intanto non si perde una mossa. E non sbaglia una mossa. Evita di sentenziare, perchè ci sono altri che lo fanno per lui. Sarà stata solo una gaffe, quella del presidente federale Abete, quando ha fatto notare a Donadoni la brutta figura in piena conferenza stampa? Difficile pensare che un presidente federale sia così ingenuo. Ed, infatti, il presidente del Coni, Petrucci, che sa annusare laria come pochi, ha rilanciato con il controcanto prendendo le difese del ct. Lavrà fatto per dare una mano ad Abete? Un sostegno a Donadoni? O una spinta indietro alle petulanze di Lippi e compagnia cantante?
Il mestiere del gufo, nel nostro calcio, è a disposizione di tutti. Lippi non si permetterebbe mai di farlo a viso aperto, soprattutto in ricordo di una creatura e una conquista a lui così cara, e probabilmente in rispetto di un collega. Ma quella malcelata voglia di tornare ad allenare, quel continuo dire e non dire circa il suo futuro, quel negare ma poi chissà agli amici... sono stati disturbanti. E un buon appiglio per chi sostiene la sua causa.
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