Quei medici che scrivevano ricette di solidarietà

di Ferruccio Repetti

C’è stato chi, fra loro, fin dai tempi di guerra, s’è adoperato per offrire assistenza sanitaria e solidarietà umana. E chi, da semplice medico condotto, o medico di famiglia - una «razza» nobile, in progressiva estinzione - è stato benefattore dei suoi concittadini, pronto a donare conforto (oltre che, in certi casi, denaro contante) a quanti, già in difficoltà, erano colpiti dalle malattie e non ce l’avrebbero mai fatta a risanarsi. «Sono i nostri medici, ormai scomparsi, che vogliamo ricordare» spiega il sindaco di Carcare, Angela Nicolini. E aggiunge. «Loro, in tanti anni, si sono prodigati fino al punto da diventare un riferimento di confidenza, cordialità, di amicizia, che è andato ben oltre la prescrizione di farmaci, sciroppi o una pillole. Qui, in Val Bormida, e in particolare nel territorio di Carcare, i medici che si sono avvicendati negli anni hanno lasciato un segno». Ci voleva un modo - si sono detti, tutti d’accordo, in consiglio comunale - per onorarli e perpetuarne in qualche modo la memoria e l’esempio. E allora, cosa c’è di meglio che intitolare i giardini - ce ne sono tanti, e belli nei dieci chilometri quadrati di competenza del Comune - a ognuno dei «dottori» di cui gli abitanti hanno imparato a conoscere le qualità e la disponibilità? Detto fatto: oggi, a partire dalle 15, i carcaresi si ritroveranno davanti al municipio, pronti a marciare, in testa il sindaco Nicolini, alla volta delle aree verdi prescelte per essere abbinate ad altrettanti medici. Primo appuntamento a Villa De Marini, per l’intitolazione ufficiale a Franco Gallo, poi, in sequenza, in piazza Genta per scoprire la targa dedicata a Aldo Ottolenghi, e al Collegio (in questo caso, una digressione per onorare gli scienziati, Padri Scolopi, Barsanti e Ighina). L’itinerario proseguirà nei giardini di via Barrili che diventeranno «Giardini Dottor Emilio Palazzi», mentre quelli di via Naronti saranno dedicati a Giacomo Rebella, e quelli di via dei Gaggioni prenderanno il nome di Piero Giorgio Berta. Ultima tappa, verso l’imbrunire, dalle parti di via Vecchia di Plodio, per scoprire l’insegna a Luciano Murialdo. Nomi che, a chi non è di Carcare, magari dicono poco.

Ma ai carcaresi, meno di 6mila oggi, in buona parte anziani, è sembrato giusto testimoniare che Gallo e Ottolenghi, Palazzi e Rebella, Berta e Murialdo rappresentano - in silenzio e in concreto - l’altruismo disinteressato, il senso del dovere, l’impegno oltre l’ostacolo e anche oltre l’ambito di stretta competenza. Valori da stampare, dunque, sulla targa e nel cuore.

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