Basta fare una passeggiata per strada o entrare in un baretto e spunta la verità: gli italiani sono un popolo di estremisti part time. Moderati nel fine settimana, eccezion fatta per il popolo tifoso, estremisti nei giorni feriali, eccezion fatta per il tifoso che deve riposare. Ma il fatto che si sia un po tutti gemelli delle gemelle K, forsennatamente alla ricerca del minuto di notorietà che ti dà la botta di adrenalina per scampare almeno un po allabbraccio mortale dellanonimato esistenziale, impone di abbandonare le mezze stagioni dellanima e le mezze misure del linguaggio.
E se lestremista, si sa, prende troppo sul serio ciò in cui crede o che pensa di credere, la radicalizzazione di linguaggi e comportamenti è la cifra stilistica del nostro vivere dissociato. Se non vesti un look estremo non ti si caga nessuno, se non pratichi uno sport estremo vai bene per la bocciofila, se non ascolti musica estrema tieniti le lacrimuzze di Loretta Goggi e amen, se non leggi autori estremi non capisci unacca di nichilismo e accontentati di Alessandro Baricco, se non capisci le arti estreme sei un neofigurativo che va bene per comprarsi i quadri con Heidi sulle montagne, se non fai lautomobilista estremo che zigzaga sulla tangenziale, cronometra il tragitto casa-lavoro e sbraita parolacce al vecchietto che attraversa, sei solo un pappamolla delle quattro ruote.
Non cè ancora un manualetto per lestremista come si deve, ma bisognerebbe pubblicarlo perché lestremismo è fenomeno di massa, e dunque sai che vendite sotto Natale. La fantasia italiana, poi, partorisce estremisti tutti suoi. LEstremista voyeurista, proprio lui, sè manifestato giorni fa. Il dibattito sul famigerato «lato B» delle miss italie, con le accuse roventi di mercificazione, le femministe furiose, le miss indignate per gioco e le giustificazioni sulla continuità storica dellunico oggetto rotondo che tira più di un pallone, ha surclassato anni di pedanterie sociologiche sui guardoni del Grande Fratello: il totem della commedia allitaliana non si spia più dal buco della serratura, ma diventa motivo di una serissima valutazione pubblica. E un paio di giorni dopo Oliviero Toscani mette unattrice anoressica sui cartelloni pubblicitari e il cerchio si chiude: la visione è lecita, purché sia estrema.
LEstremista piazzista, invece, sè manifestato a inizio settembre nelle due derivazioni del grillismo: il leader che deve sorprendere e insultare per piazzare il suo prodotto e fare il pienone agli spettacoli, e la massa che scende in strada perché gli rode contro tutto e tutti e solo nel rito collettivo del turpiloquio trova un momentaneo ristoro per gli animi incendiari. Tutto va sempre su YouTube, il piazzismo incontra il voyeurismo.
LEstremista presenzialista è trasversale, sia esso il presidente della Camera che polverizza i record di apparizioni televisive con la scusa che lui il mezzo lo padroneggia, sia esso il fenomeno da baraccone che si riproduce in milioni di esemplari pronti a parlar di tutto, politica e orgasmo o calcio e violenza familiare, pur di esserci e non scomparire dal ciclo dellattenzione.
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