da Milano
Energia nucleare, molto idroelettrico e una posizione strategica unica in tutta Europa. Questa è Atel: al crocevia tra i mercati italiano, francese e tedesco. Il primo affamato di energia, il secondo grande esportatore, il terzo esportatore e con un mercato che è il più moderno dellUe. Forse solo la Slovacchia può vantare una collocazione così nodale, ponendosi però come snodo verso Est. Ma la Slovacchia ha impianti da rifare fin dalle fondamenta, e chi li rifarà sarà probabilmente lEnel che sta per acquistare Slovenske Elektrarne. E non a caso gli svizzeri non hanno voluto cedere il controllo del loro gioiellino: se anche Aem salisse al 20%, sommato al 25% di Edf non raggiungerebbe la maggioranza, che rimarrebbe alle aziende locali capeggiate da Eos. E la maggioranza svizzera era una delle condizioni essenziali della vendita da parte di Ubs. Stare al centro dellEuropa significa anche lucrare tra i diversi prezzi. Acquistare elettricità dai tedeschi che la vendono a buon prezzo perché in Svizzera le quotazioni dellenergia non sono alte, e rivenderla agli italiani che hanno il mercato più caro dEuropa, non è un affare cui si rinuncia a cuor leggero. In altri termini, controllare la rete non vuole affatto dire metterla a disposizione di chi ci vuol passare, ma lucrare sulle differenze di prezzo dei vari Paesi. Senza contare che lidroelettrico e il nucleare svizzero hanno comunque dei costi limitati. Per gli svizzeri, controllare Atel vuol dire continuare a incassare una ricca gabella.
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