Quelle date che non tornano

Alla Consob, secondo la ricostruzione di Radiocor, Ifil dovrà spiegare come mai l’esistenza dell’equity swap sulle azioni Fiat, firmato ad aprile, non sia stata resa nota. Tanto più che proprio ad aprile (il 20) il titolo ha fatto segnare il minimo storico a 4,39 euro. Lo stesso giorno era stata comunicata la notizia che l’ad Sergio Marchionne aveva acquistato sul mercato un milione di azioni a 4,6 euro. Un quantitativo analogo, si era saputo nei giorni successivi, era stato acquistato dai manager della capogruppo e dai componenti dello steering committee di Fiat Auto. Da allora le azioni hanno guadagnato circa il 70%, con scambi alle stelle sia in luglio che in agosto. In due occasioni la Consob ha chiesto ufficialmente chiarimenti a Ifil sull’andamento del titolo della controllata e sui volumi scambiati. Il 26 luglio, dopo una seduta di borsa trascorsa da Fiat, «sull’ottovolante», Ifil precisava di «non disporre di alcun elemento utile a spiegare l’andamento» del titolo, «né di informazioni relative a nuovi fatti rilevanti che possano - scriveva - aver influito sull’andamento stesso». Le Fiat quotavano intorno a 7 euro. Ancora più drastico il comunicato diffuso - sempre su richiesta della Consob e alla luce proprio di un pezzo del Giornale - il 24 agosto, con volumi ancora alle stelle e il titolo appena sotto 7,6 euro.

Nella nota la holding degli Agnelli precisava «di non aver intrapreso né studiato alcuna iniziativa in relazione alla scadenza del prestito convertendo», ribadendo inoltre «di non disporre di alcun elemento utile a spiegare tale andamento, né di informazioni relative a nuovi fatti rilevanti che possano aver influito sull’andamento» dei titoli Fiat.

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