«Questo ragazzino è quasi meglio di Tiger»

Con una settimana «libera», dopo al cancellazione dell’Indian Masters, i riflettori del Tour europeo restano puntati sulla vittoria del giovanissimo Rory McIlroy nel Dubai Desert Classic. A mantenere viva l’attenzione sul diciannovenne nord irlandese e sul suo successo in un torneo che, nell’albo d’oro ventennale, vede i nomi di alcuni fra i più forti giocatori al mondo degli ultimi quattro lustri - da Ballesteros ad Els da Couples a Montgomerie, Olazabal e lo stesso Tiger Woods - una dichiarazione esplicita di Mark O’Meara (vincitore a Dubai nel 2004), compagno di gioco del «ragazzino» nelle prime due giornate di gara. Al termine delle prime 18 buche Mark - da sempre grande amico e mentore di Tiger Woods - si è lasciato «scappare»: «A 19 anni nel tocco di palla e nella tecnica di gioco Rory sembra migliore di Tiger alla stessa età!». Subito dopo il campione americano vincitore di un Masters e di un Open Championship ha aggiunto: «Certamente Tiger ha poi sviluppato il suo gioco ed il suo swing negli anni ed è arrivato dov’è arrivato, ma Rory mi ha davvero impressionato, si gestisce bene, ha girato oggi (nel primo giro) 8 colpi sotto il par con una facilità incredibile. Fa sembrare tutto semplice, si gestisce bene ed ha una maturità ben superiore alla sua età. È uno che vincerà tanto in Europa e anche negli States e non vedo perché non possa vincere anche diversi tornei del Grande Slam». Quale miglior viatico da un campione del quale Rory conservava ancora l’autografo fattosi fare da O’Meara dopo il suo successo nel World Match Play di Wentworth nel 1998 quando «l’angioletto» nordirlandese aveva appena 9 anni. Nel libro dei record McIlroy era già entrato nel novembre scorso quando ad appena 19 anni e 29 settimane, divenne il più giovane golfista ad entrare nei primi 50 giocatori del mondo, un anno e dodici settimane prima di Tiger che raggiunse lo stesso traguardo nel 1996.
Con il successo a Dubai Rory è ora 16° nel ranking mondiale, nuovamente con sedici settimane di anticipo su Tiger. È presto per dirlo, non vorrei finisse per essere una «gufata» ma forse a Dubai il golf europeo ha trovato l’«anti Tigre».
Questa settimana il Tour europeo torna in scena con il Maybank Malaysian Open (diretta su Sky Sport da giovedì) sul percorso del Saujana Golf Club di Kuala Lumpur con due milioni di dollari di montepremi e con giocatori dei cinque continenti in campo per un torneo asiatico che è stato il primo - nel 1999 - ad entrare ufficialmente nella rota del Tour europeo. Tra i protagonisti il giovane americano di origine coreana Anthony Kim, uno degli eroi yankee dell’ultima Ryder Cup.

Per l’occasione il ventitreenne Kim ha annunciato la sua affiliazione anche al Tour europeo al fine di poter partecipare a «The Race to Dubai» che vedrà il suo gran finale nell’Emirato il prossimo novembre con in palio, per i 60 giocatori dell’ordine di merito un montepremi di 10 milioni di dollari nel Dubai World Championship, più altri 10 milioni di bonus per i primi 15 della classifica di fine stagione.

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