Pubblichiamo uno stralcio della lettera scritta da Olga Ivinskaja a Sergio d’Angelo, databile alla fine di marzo, primi d’aprile del 1959. Boris Pasternak ha vinto il Nobel e il regime lo affama senza alcuna pietà. Il documento è in Pasternak e Ivinskaja (Feltrinelli) di Paolo Mancosu.
Cari amici!
Qui si sono venute a creare circostanze così tremende che il nostro carteggio e i nostri rapporti si sono dovuti interrompere. Non sono riuscita neppure a ringraziarla. Grazie, grazie di cuore.
Non so in che formato devo scrivere le ricevute, Sergio caro - per il momento le spedisco questa. Se non va bene gliela riscrivo.
Vengo brevemente al sodo. Personalmente non mi fa piacere che la de Proyart si immischi nei fatti nostri, ma per il momento, a quanto pare, occorre passare per il suo tramite. B.L. era convinto che sarebbe tornata presto in Russia: di qui tutti quei discorsi sugli editori francesi. Da parte di Feltrinelli non c'era bisogno di insistere tanto sulla sua priorità per quanto riguarda tutte le edizioni, tanto più che B.L. capisce molto bene la situazione e lo appoggerà. B.L. non ha alcuna idea precisa della somma per la quale sottoscrivere la delega. Ci dica lei grossomodo quanto mettere e come formulare la cosa.
Qui siamo in pieno boicottaggio, siamo alla morte civile. Sono partite direttive per farci mettere fuori legge. La situazione non è mai stata peggiore. A tutti i collaboratori di Goslitizdat è arrivato l'ordine implicito di non stampare più una riga. Non esiste più nessuno di nome P-k, non ci sono più rapporti economici che tengano. Juliusz Sowacki lo ha tradotto, però non lo pagano, anche se giuridicamente il contratto è ancora valido. Non arrivano più diritti neanche per le antologie, anche quando i versi suoi sono solo una dozzina. Come se non bastasse, hanno minacciato di portarci in tribunale per l'intervista concessa al soggetto ostile Brown (gli hanno fatto firmare un accordo di riservatezza).
La invito alla massima cautela, ma rifletta anche sul da farsi. Non è impossibile che con il prossimo Congresso ricomincino daccapo le persecuzioni.
Surkov sta preparando un altro intervento! Tutte queste cose che le scrivo - lei capisce - sono segretissime. Se le sfuggisse un'indiscrezione io rischierei di pagarla con la libertà e la vita. Però mi fido ciecamente di lei, lei si è dimostrato un amico vero e non ho niente da rimproverarle. Scriva.S(ua) O.
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