Negli anni Trenta “anziché la cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L'odierna aggressione russa all'Ucraina è di questa natura”. Questa la ferma condanna, con il paragone tra Mosca e la Berlino hitleriana, del presidente Sergio Mattarella nel corso del suo intervento all’Università Aix-Marseille, che gli ha conferito l'onorificenza accademica di dottore honoris causa. Un parallelismo che ha fatto parte del lungo discorso sull’attualità internazionale ripercorrendo le tappe delle relazioni internazionali dal Novecento ad oggi, senza lesinare critiche ai "neo-feudatari del Terzo millennio", ossia a coloro che "aspirano a vedersi affidare signorie nella dimensione pubblica, per gestire parti dei beni comuni rappresentati dal cyberspazio nonché dallo spazio extra-atmosferico, quasi usurpatori delle sovranità democratiche".
Mattarella ha stigmatizzato il protezionismo seguito alla crisi del 1929 che altro non è che il “protezionismo di ritorno” che vediamo prodursi oggi. “Molti Stati non colsero la necessità di affrontare quella crisi in maniera coesa, adagiandosi, invece, su visioni ottocentesche, concentrandosi sulla dimensione domestica, contando sulle risorse di popoli asserviti d'oltremare” ha ricordato il capo dello Stato: “Fenomeni di carattere autoritario presero il sopravvento in alcuni Paesi, attratti dalla favola che regimi dispotici e illiberali fossero più efficaci nella tutela degli interessi nazionali”.
La fiducia nell’Europa è centrale nel discorso di Mattarella, ma Bruxelles deve rinnovarsi. Per il presidente l’Ue deve porsi alla guida di un movimento che nel rivendicare i principi fondanti dell’ordine internazionale sappia rinnovarlo, con un’attenzione specifica alle istanze di coloro che si sentono emarginati dall’attuale costruzione: “Una strada che non è quella dell’abbandono degli organismi internazionali né quella del ripudio dei principi e delle norme che ci governano ma di una profonda e condivisa riforma del sistema multilaterale, più inclusiva ed egualitaria rispetto a quanto furono capaci di fare le potenze vincitrici della seconda guerra mondiale, cui va, tuttavia, riconosciuto il grande merito di mettere insieme vincitori e vinti per un mondo nuovo. Servono idee nuove e non l’applicazione di vecchi modelli a nuovi interessi di pochi".
Mattarella si è anche soffermato sulle Nazioni Unite, "la prima vera organizzazione universale della storia umana, che, seppur tra luci ed ombre, ha perseguito per ottant'anni l'obiettivo primario della pace mondiale, della crescita e diffusione della prosperità, della soluzione pacifica delle controversie. Senza dimenticare il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, essenziale tassello di questa nuova architettura". La pace è un concetto ricorrente nell'intervento di Mattarella, che ha rimarcato come non sia un dono gratuito della storia: "Che statisti e popoli, per conseguirla, devono dispiegarvi il loro impegno.
Che la pace occorre volerla, costruirla, custodirla. Anche con la paziente messa in campo di misure di fiducia. Basti pensare alla vera e propria batteria di accordi e trattati internazionali che, nei decenni, l'hanno corroborata".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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