È lo scambio di auguri di Natale con le più alte cariche dello Stato e con i rappresentanti delle forze politiche e della società civile a diventare un'occasione per Sergio Mattarella per ricordare l'importanza della Costituzione e dell'unità nazionale. Durante il suo discorso il Capo dello Stato si chiede che cosa significhi concretamente rispettare e preservare questa unità. E risponde: "Anzitutto vuol dire vivere la Costituzione nella sua attualità. Avere come riferimento sicuro i suoi valori fondativi: la libertà, l'uguaglianza, la giustizia, la solidarietà. I diritti inalienabili di ogni persona". Questo termine, inoltre, vuol dire anche "riconoscere che vi sono interessi nazionali che richiedono la massima convergenza. Ad esempio il rispetto dei trattati e delle alleanze internazionali, la difesa e la sicurezza dei nostri concittadini e delle infrastrutture strategiche".
Mattarella ha poi parlato anche del "crescente e preoccupante fenomeno dell'astensionismo, registrato nelle tornate elettorali da diversi anni a questa parte" e lega questo concetto al "senso del dovere" richiesto da parte tutti coloro "che operano in ogni istituzione, di rispettare i limiti del proprio ruolo. Senza invasioni di campo, senza sovrapposizioni, senza contrapposizioni". Il Presidente della Repubblica sottolinea altresì come vada "sempre rammentato un punto fondamentale: il rispetto delle istituzioni nei confronti di chi ne ricopre il ruolo". Un rispetto che deve essere esercitato anche dagli esponenti "che rivestono responsabilità istituzionali" a cominciare proprio dalla prima carica dello Stato, sapendo che "le istituzioni sono di tutti. Che il servizio che si svolge è a garanzia della dignità di ognuno, a prescindere dall'appartenenza politica". Da questo punto di vista esistono a tutti i livelli, "esempi efficaci, quotidiani, di come questo sia non solo possibile, ma praticato", aggiunge Mattarella.
L'inquilino più importante del Quirinale mette in guardia sulla necessità di "preservare lo spazio del dialogo e della mediazione all'interno di società che sembrano oggetto di forze centrifughe divaricanti", con una pericolosa riduzione delle occasioni "di dialogo, di collaborazione, di condivisione - ha proseguito -. Si tratta di una dinamica che non riguarda soltanto la politica ma la precede e va molto oltre". È un fenomeno, infatti, che tocca "ambiti sociali, economici, culturali, persino etici. Il pluralismo delle idee, l'articolazione di diverse opinioni rappresentano l'anima di una democrazia - aggiunge -. Questo è il principio cardine delle democrazie delle società occidentali".
Mattarella non dimentica inoltre i danni che la "deriva emotiva della guerra" possa provocare non soltanto alle popolazioni che stanno vivendo sulla loro pelle le ferite dei conflitti, "ma su tutti noi: perché le immagini trasmesse dalle guerre seminano in profondità, paura, inimicizia, divisione, odio, barriere di ogni tipo. Abituandosi a convivere con l'odio si rischia di diffonderlo, di renderlo inestinguibile". Il Capo dello Stato si sofferma sui conflitti in Ucraina e Medio Oriente: "Dopo l'aggressione russa all'Ucraina nuovi fronti di crisi sono esplosi, in una concatenazione che allarga il conflitto dall'Europa al Medio Oriente, moltiplicando rapidamente gli scenari di guerra. Sarebbe miope non vedere quel che lega in un'unica trama questa tragica condizione".
Adesso non può più essere il tempo del confronto tra due blocchi, quello dell'epoca della cosiddetta "guerra fredda", nel quale "la corsa agli armamenti militari, e in particolare alle dotazioni nucleari, era contenuta da una intensa iniziativa politico diplomatica capace di evitare pericoli di conflitto aperto". Ecco perché per Mattarella adesso è necessario "reagire, per riaffermare con forza e convinzione le ragioni della pace, della civiltà, della convivenza, di un mondo libero, solidale, interdipendente".
Obiettivi per i quali il governo Meloni "è impegnato, come è avvenuto anche con l'efficace presidenza del G7, nella ricerca del dialogo e della collaborazione, con attenzione particolare nei confronti dei Paesi del Sud del mondo - ha concluso -.Non possiamo tornare indietro, non possiamo rassegnarci al disordine e al conflitto permanente. La pace e la cooperazione sono sempre possibili".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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