Quiz, canti e spogliarelli per gli autisti Atm

LA DIFESA dell’azienda: «I nostri conducenti sono dei veri professionisti. I casi denunciati sono limitati»

Massimo Bertarelli e Maurizio Cabona.
Ironizziamo per non piangere, ovviamente. Già, perché quest’episodio la dice lunga sul comportamento scorretto degli autisti Atm quando sono alla guida. Episodio che (ri)conferma la gravità di quanto denunciamo: gli autisti Atm preferiscono il telefonino al volante. Cattiva abitudine che, ogni giorno, prevale tra i quattromila e passa conducenti dell’azienda governata da Elio Catania: autisti che se ne fottono, è proprio il caso di scriverlo, del codice della strada che vieta l’utilizzo del cellulare alla guida e che durante il servizio, scopriamo, partecipano pure ai quiz radiofonici.
Qualcosa evidentemente sta sfuggendo al controllo dell’azienda che pure, ogni giorno, stacca un paio di richiami disciplinari diretti proprio agli autisti «disobbedienti». «I nostri autisti sono professionisti» fa sapere una nota dell’ufficio stampa: «I casi denunciati da il Giornale sono limitati e già sottoposti all’attenzione degli organi disciplinari». Autisti che, lo documentano le foto pubblicate in queste pagine, sono però dei Mandrake in sedicesimo: addirittura, c’è chi prende appunti, chi scrive sms e chi, con il mezzo pubblico sempre in movimento, si toglie con tutta calma la giacca e l’appende ad un gancio della cabina. «Se un passante in quel momento avesse attraversato davanti al jumbo, in via Orefici, l’autista l’avrebbe schiacciato senza accorgersene» osserva il fotografo che ha scattato quest’ultima sequenza di immagini.
Immagini che parlano da sole e che, senza forse, aiutano anche a comprendere il perché sono in crescente aumento gli incidenti provocati da bus e tram: dai 48 sinistri del 2004 ai 181 registrati dall’inizio dell’anno ad oggi. Quasi impossibile non mettere dunque in conto gli autisti distratti ovvero l’errore umano che è sempre dietro l’angolo ma che, in questo caso, sarebbe errore volontario e colposo.
Difficile, insomma, inseguire i dribbling firmati dal sindacato confederale che, in caso di sinistro, addebita però la responsabilità esclusivamente all’usura dei mezzi o alla cattiva manutenzione dovuta a sempre non meglio chiariti tagli del bilancio Atm. Ipotesi che, sia chiaro, trova magari conferma nelle inchieste interne post-incidente. Ma, attenzione, anche in questi casi, confidano dirigenti dell’azienda, il fattore umano gioca un peso non indifferente poiché «non aiuta alla concentrazione essere distratti mentre si guida» sostengono i responsabili di «Guida sicura».
Un esempio? Lunedì 13 in viale Bligny, vicino all’università Bocconi, 23 feriti per uno scontro frontale tra due tram, un Sirio di ultima generazione e un classico Carrelli del 1928. Deragliamento provocato da uno scambio mal funzionante, secondo i sindacati. La verità? «I tecnici della commissione Atm, coordinati dal direttore di esercizio Ettore Klutzer, hanno esaminato il sistema e il suo funzionamento pezzo per pezzo. L’esito dell’inchiesta esclude qualsiasi malfunzionamento» spiega dagli uffici di Foro Buonaparte.
Virgolettato che non ammette repliche davanti alle sempre più numerose interruzioni di servizio che sono all’ordine del giorno con passeggeri sempre più esasperati mentre la domanda di trasporto pubblico aumenta vuoi per effetto del caro benzina vuoi per l’Ecopass. Come mai è avvenuto quel sinistro in viale Bligny? «C’è solo un’altra ipotesi: quella dell’errore umano». L’inchiesta interna lo verificherà. Eppure i quattromila e passa autisti hanno seguito corsi ad hoc e sperimentato sul campo corsi di «guida sicura, ecologica ed ergonomica». Corsi, senza forse, inutili visto che continuano a preferire il telefonino al volante.

E lo fanno non solo quando il semaforo è rosso o quando sono in colonna, ma pure quando sorpassano. Come dire: non c’è limite al peggio. Esagerazione? No, purtroppo lo scoprirete nei prossimi giorni.
Gianandrea Zagato

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