Rapina la banca per tornare in cella

da Milano

«Il denaro della rapina? A me non serve di certo. Se il colpo fosse andato a segno avevo già progettato di dare quei soldi ai ragazzi che stanno con me al dormitorio di viale Ortles. E adesso sono ben contento di tornarmene in cella, ci ho passato un terzo della mia vita! E da quando mi hanno scarcerato, il 15 novembre, con l’indulto, non sapevo più dove andare».
Tempi difficili anche per coloro che vengono definiti «graziati» dall’indulto. E ai quali, fuori dal carcere, non restano molte chances, se non quella di tornare a delinquere per poi essere rispediti dentro. È quanto è accaduto ad Angelo Barone, un pensionato di 59 anni, pluripregiudicato per reati come ricettazione e furto, che venerdì pomeriggio, armato di taglierino e con il volto semicoperto, ha tentato di rapinare l’agenzia della Banca Popolare di Milano di piazza Salgari, ai limiti più periferici della zona Vittoria. L’uomo ha fatto irruzione in banca e, minacciando una cassiera di 39 anni con un taglierino, si è fatto consegnare circa 10mila euro. Per assicurarsi la fuga, quindi, Barone ha preso in ostaggio la donna, tenendola per un braccio. Non aveva però fatto i conti con un collega della cassiera, un altro impiegato di 42 anni. L’uomo, per aiutare la poveretta, ha distratto il rapinatore pensionato, gli ha fatto cadere la busta con il denaro e il taglierino. A quel punto a Barone non restava altro che la fuga, ma fuori dalla banca c’erano i carabinieri che lo hanno arrestato.


Dopo aver scontato solo un anno e mezzo - della pena di 4 anni e 6 mesi a cui era stato condannato per una rapina alla Banca di Roma, sempre a Milano, messa a segno il 5 ottobre 2002 - Barone era stato scarcerato lo scorso 15 novembre per effetto dell’indulto. Tuttavia, la vita senza sbarre, per lui, sembra non fosse proprio più vita.

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