Recuperati De Chirico e Kandinsky

Recuperati De Chirico e Kandinsky

Duro colpo contro i ladri di opere d’arte. Quattordici quadri di vari autori tra i quali opere di De Chirico, Fontana, Grosz e Kandinsky, per un valore complessivo che sfiora i trenta milioni di euro, sono stati recuperati venerdì notte nel corso di un’operazione congiunta portata avanti dai carabinieri e della polizia. Due le persone finite in manette che dovranno rispondere dell’accusa di ricettazione.
Le indagini, lunghe e dettagliate, sono nate dopo un furto commesso in una lussuosa abitazione del centro storico. Le operazioni della squadra mobile della questura e dei carabinieri della compagnia Cassia hanno permesso di giungere alle opere proprio poco prima che venissero «piazzate» dai ricettatori di opere d’arte sul mercato e magari acquistate da qualche collezionista senza scrupoli, pronto a sborsare cifre da capogiro pur di averle nel suo salotto.
Le tele ed alcune sculture, anche queste ritrovate dagli investigatori di polizia e carabinieri, si trovavano in un casolare della zona periferica de La Storta. Trenta milioni di euro in quadri di Kandisky, De Chirico, Fontana, Grosz e altre opere d’arte erano finiti nella spazzatura, in una discarica abusiva nelle campagne romane in zona La Storta, sulla Cassia. Li avevano nascosti lì due stranieri, che sono stati successivamente arrestati con l’accusa di ricettazione. In mezzo ai rifiuti, nascosti in sacchi di plastica neri per non dare nell’occhio, c’erano i quadri e il resto della refurtiva.
Secondo gli investigatori, che stanno ancora proseguendo le indagini, gli arrestati sono dei professionisti nell’ambito del giro di furti di opere d’arte e potrebbero far parte di una banda di stranieri formata da altri componenti, che non sono ancora stati rintracciati.
Dopo il colpo messo a segno dai ladri, ai due stranieri era stato affidato il compito di cercare acquirenti italiani o ancora meglio stranieri. Sarebbe bastato un ritardo di pochi giorni e probabilmente gli investigatori non sarebbero più riusciti a trovare i quadri.
Le tele sono il bottino di un unico furto, avvenuto in un lussuoso attico romano a metà marzo ai danni di una collezionista, una psicologa romana, che aveva ereditato le tele e le sculture dai suoi genitori. Probabilmente un furto su commissione su richiesta di qualcuno che sapeva bene che in quell’appartamento c’erano quelle opere di spessore.
Dopo gli arresti e il recupero della refurtiva, le forze dell’ordine hanno riconsegnato tutti i quadri all’ereditiera.
I ricettatori, invece, sono finiti in manette. Alla vista di polizia e carabinieri sono rimasti visibilmente sorpresi. «Pensavamo ormai di averla fatta franca», sono state le prime parole pronunciate una volta in prigione.
«La brillante operazione deve essere uno stimolo all’individuazione e alla neutralizzazione dei ricettatori e delle vaste reti gestire dalle associazioni a delinquere con il fine del commercio anche internazionale delle opere rubate - ha dichiarato Luigi Camilloni, presidente dell’Osservatorio Sociale -. Vanno assicurati e puniti severamente questi “talebani del Lazio” perché bisogna stroncare il fiorente mercato clandestino».

«Visto che il Lazio è la regione più colpita dai furti di beni culturali, sarebbe opportuno da una parte inasprire le pene per chi commette questi reati - ha aggiunto - e chi soprattutto ricetta le opere d’arte e dall’altro concedere degli sconti di pena a chi collabora fattivamente a sgominare il mercato clandestino».

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