Ius soli, Renzi si difende: "Non ci sono numeri perché attaccare il Pd?"

Si dice convinto di poter vincere le Politiche riportando il Pd al 40% ma è pessimista sullo ius soli: "Se non ci sono i numeri non è che si possono stampare"

Ius soli, Renzi si difende: "Non ci sono numeri perché attaccare il Pd?"

“Vorrei andare al governo con il 40% come Pd. Se non ce la facciamo lo scopriremo. Noi vogliamo andare da soli". Matteo Renzi ci crede ancora nella possibilità di vincere le prossime Politiche correndo senza alleati.

"L'obiettivo - spiega nel corso della trasmissione Carta Bianca - è fare più del 25% ma per vincere con questa legge elettorale occorre il 40%. Io ci spero, perché no? L'ho già preso due volte, alle europee è stato un trionfo al referendum un tonfo, non c'è due senza tre...". Renzi, invece, sull'ipotesi di tornare a Palazzo Chigi è molto più cauto: "Se ci sono le condizioni - dice - uno fa il premier, se non ci sono le condizioni uno da una mano". E aggiunge:"Io sono il candidato premier, lo hanno deciso le primarie ma chi farà il premier non lo decide il Pd se non arriva il 40%". Il segretario del Pd, per quanto riguarda le diatribe interne alla sinistra dichiara di essere in "una fase zen" ma, poi, non si lascia sfuggire l'occasione di punzecchiare i suoi ex compagni di partito:"Le altre forze della sinistra? A volte ho l'impressione che alcuni miei ex compagni di strada siano quasi ossessionati da me. Una parte dei loro dirigenti rischiano di fare come la Ferrari a Singapore". E, poi, ribatte all'accusa di essere poco di sinistra:"Mi dicono che non ho fatto cose di sinistra ma le Unioni civili se non mettevo la fiducia io....”. Quasi impossibile ricucire: "Dipende molto da loro. Talvolta ci sono ex compagni di strada molto preoccupati da me, sono ossessionati. Ma penso stiano sbagliando Matteo...".

A proposito del 'ritorno in campò di Silvio Berlusconi dice:"Penso che ci sia un elemento di straordinaria vitalità dell'uomo, ma credo che si stia parlando molto tra addetti ai lavori". Per Renzi è comunque presto per parlare della campagna elettorale:"Ora è importante che il governo faccia le ultime cose di questa legislatura. Gentiloni ha posto giustamente l'attenzione sulla legge di bilancio, poi nel primo semestre 2018 si andrà a votare". E precisa: "Quando si vota, lo decide Mattarella. Per me la campagna elettorale inizia il 1° gennaio ma più che dei posti in Parlamento, ora ci si occupi dei posti di lavoro". Renzi, poi, respinge l'accusa che il Pd faccia melina sull'approvazione di una nuova legge elettorale e dice:"Per farla dipende dagli altri, e io non sono ottimista". Renzi si mostra agguerrito anche quando si parla del Consip e attacca: "Chi ha falsificato le prove la dovrà pagare" ma spiega:"Non parlo di golpe, di eversione o di complotto. Mi fido dei giudici". Infine sullo ius soli ammette che sarà difficile approvarlo:"Il Pd - dice - è favorevole a questa legge. In questo momento non ci sono i numeri, perché c'è paura". E aggiunge: "Si possono perdere punti di sondaggi, ma non la faccia.

Se qualcun fa venire meno i propri voti perché attaccare sempre il Pd? Se non ci sono i numeri non è che si possono stampare". La fiducia? "Decide Gentiloni. Se lo decide - conclude - avrà il Pd al suo fianco, noi siamo una squadra".

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