La ricca ereditiera fa felice il marito e ridere il pubblico

Scopertosi improvvisamente povero dopo aver sperperato il patrimonio familiare, un cinico scapolo impenitente (Pietro Longhi) si convince a giocare l’ultima carta a disposizione: sposare una ricca zitella e poi, magari, ucciderla. L’affannosa ricerca (in tre giorni bisogna far fronte ai numerosi creditori) cade su Ernestina Steinless (una strepitosa Tiziana Foschi), svampita, goffa e timida miliardaria che ama gli insetti e scambia Cleonzio per il suo principe azzurro. A far da cornice agli eventi una pettegola cameriera tuttofare (Sandra Caruso), un buffo gangster usuraio (Mario Patanè), un’aspirante attrice che non riesce a pronunciare la lettera s (Cristiana Vaccaro), un avvocato invidioso e vendicativo (Roberto D’Alessandro) e un amico dai gusti macabri (Tito Manganelli). E se alla fine l’amore facesse davvero capolino? Portata sul grande schermo nel 1971 da Elaine May che recitava al fianco di Walter Matthau, È ricca, la sposo e l'ammazzo rivive al teatro Manzoni con l’adattamento di Mario Scaletta e la regia di Annamaria Papalia. Assegni a vuoto e sventure, citazioni musicali e larve ingoiate, tarme nel pullover e cani avvelenati, storiche scoperte e affettuosi rendez-vous. Si ride con garbo e ci si diverte con questa commedia noir dall’andamento scoppiettante che regala momenti esilaranti e grande affiatamento scenico. Merito soprattutto di una brillante Tiziana Foschi che si mimetizza al meglio nel suo personaggio senza rinunciare agli imprevedibili scatti nervosi che caratterizzano la sua comicità.

La scena della prima notte di nozze, che la vede in camicia da notte indossata alla rovescia mentre chiede al distratto consorte il rispetto dei doveri coniugali, vale da sola il prezzo del biglietto. Repliche fino al 13 maggio.

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