Ebbene sì, la ricreazione è finita. Se lo sappiamo da tempo, ora a metterlo nero su bianco è Dario Ferrari in un romanzo (edito da Sellerio) vincitore del Premio Flaiano Narrativa 2023. Il titolo del romanzo fa ironicamente il verso ad una famosa frase di De Gaulle, che invitava i ragazzi del Maggio francese del 68 a tornare a scuola: perché il protagonista è un trentenne senza un vero lavoro, che cerca di prolungare la sua condizione di post-adolescente fuori tempo massimo.
La sua unica certezza è non voler finire come suo padre a occuparsi del bar di famiglia. Per spirito di contraddizione, partecipa a un concorso di dottorato in Lettere, e imprevedibilmente vince una borsa di studio. Entra così nel mondo accademico e il suo professore, un barone di nome Sacrosanti, gli affida come tesi un lavoro sul viareggino Tito Sella, un terrorista finito presto in galera e morto in carcere, dove però ha potuto completare alcuni scritti tra cui le Agiografie infami, e dove si dice abbia scritto La Fantasima, fantomatica autobiografia mai ritrovata. Il protagonista, Marcello, sviluppa una profonda empatia con il terrorista-scrittore: lo colpisce il carattere personale, più che sociale, della sua disperazione. Al contempo conosce da vicino gli ingranaggi universitari: gli intrighi, le lotte di potere tra cordate e le pretestuose contrapposizioni ideologiche. La ricreazione è finita è sia un romanzo sui giochi di potere accademici sia un romanzo di formazione: al contempo racconta anche dei giorni perduti di una generazione di provincia, con la riflessione sugli anni del terrorismo. Finita la lettura l'impressione è quella di aver incontrato un talento molto promettete, non ancora quello scrittore maturo incensato dai critici di ogni quotidiano.
Dario Ferrari si perde nei dialoghi, quando affronta gli anni del terrorismo rosso non sa da che parte stare e la butta sul Carnevale (il romanzo è ambientato a Viareggio). È eccellente nei passaggi di prosa più intimista che raccontano una intera generazione (quella dei nati sino agli anni '90) senza essere generazionale.
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