Ricucci ci riprova: «Ho il 2% di Capitalia»

In Piazza Affari titoli in rialzo. La partita del Corriere e le voci sul ruolo di Zunino

da Milano

Sorpresa: Stefano Ricucci ha l’1,96% di Capitalia. E pure lo 0,34% di Monte dei Paschi. Mentre nella Bpi (ex Banca Popolare di Lodi) ha praticamente raddoppiato, passando dal 2,4 al 4,4 per cento. Lo ha comunicato lui stesso, ieri, tramite la holding Magiste, dopo aver informato anche la Consob. E se per l’amministratore delegato di Capitalia, Matteo Arpe, «non è una notizia», per gli osservatori del mercato e delle imprese di Ricucci il pacchetto azionario nel capitale del gruppo romano è l’ennesimo segnale di sfida.
È vero che Ricuccci, con Capitalia, ci aveva già provato: due anni fa era arrivato fino al 3,6% ed era il periodo in cui si trattava la costituzione del patto di sindacato che governa la banca presieduta da Cesare Geronzi. Ma fu respinto. Così come lo è stato e continua a esserlo dai grandi soci della Rcs, la società editrice del Corriere della Sera in cui il marito di Anna Falchi, come ha ribadito anche ieri nella comunicazione effettuata da Magiste, detiene il 20,9 per cento. Per questo ritrovare ora Ricucci a un soffio dal 2% in Capitalia suona come un chiaro tentativo di tornare a muovere le acque.
Capitalia, tra l’altro, è uno dei soci del patto della stessa Rcs. Probabile che la manovra sia dunque mirata a inserirsi nella partita del Corriere anche attraverso un’altra strada. Ma anche a dimostrare al mercato che i soldi, a Ricucci, non mancano. Basta fare una somma per scoprire che le quote bancarie dichiarate ieri, più il 20,9% di Rcs, fanno 1,3 miliardi, calcolati ai prezzi di Borsa. Piazza Affari ha reagito con rialzi sia di Rcs (più 1,45% a 5,5 euro), sia di Capitalia (in crescita dell’1,2% a 4,6 euro) mostrando di gradire i muscoli vantati dall’immobiliarista romano.
Chi invece non ama Ricucci considera questi messaggi come mosse estreme, e si aspetta da un momento all’altro che l’immobiliarista cerchi un accordo per uscire da Rcs, in cui i prezzi di carico sarebbero intorno ai 5,4 euro. Allineati, ormai, a quelli di Borsa, e ben lontani, invece, dai record estivi dei 6,8 euro per azione.
Il rischio sarebbe che il suo investimento diventi insostenibile. Soprattutto perché il patto di Rcs non ha dato, in questi mesi, alcun segnale di cedimento. E, anzi, si è appena rafforzato fino al 60,8%, con l’arrotondamento di Diego Della Valle. Circolano indiscrezioni, per esempio, su un possibile intervento di Luigi Zunino, che potrebbe rilevare almeno parte dell’investimento di Ricucci. L’immobiliarista è entrato anche in Mediobanca, con una quota intorno al 4%.

Ma a differenza di Ricucci la sua presenza non è vista dagli attuali soci del patto come inquietante o ingombrante. Anzi, sarebbe stata «autorizzata». E se questo è vero, un eventuale interesse per Rcs potrebbe trovare consenso tra gli aderenti del patto.

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