Rifiuti, per aiutare Gigino flop torna l’esercito

Rifiuti, per aiutare Gigino flop torna l’esercito

RomaNessun miracolo, piuttosto un miraggio. I mirabolanti annunci del sindaco Luigi De Magistris fanno flop e Napoli si prepara ad accogliere ancora i soldati-spazzini. Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini lo ha detto chiaramente ieri nel corso dell’audizione in commissione Ambiente alla Camera: «A Napoli potrebbe intervenire l’esercito, la situazione dei rifiuti è di nuovo al limite».
Le promesse di De Magistris, dunque, stanno affondando in un mare di immondizia. Il problema non è affatto risolto «definitivamente» come il primo cittadino va ripetendo dalla scorsa estate. Il pattume avanza e la Commissione europea non aspetta: una seconda procedura di infrazione nei confronti dell’Italia è stata già avviata per non aver rispettato la sentenza della Corte Ue sulla gestione dei rifiuti nel capoluogo partenopeo e c’è il rischio che il nostro paese sia costretto a pagare una maxi multa. Sabato il ministro sarà a Napoli per incontrare il presidente della Regione Stefano Caldoro, il sindaco e il presidente della Provincia Luigi Cesaro. E se non si dovesse trovare una soluzione in tempi brevi torneranno i soldati a liberare le strade dai sacchi e dalla puzza nauseabonda alla quale i napoletani sono ormai, loro malgrado, abituati. «Credo valga la pena - sostiene Clini - cominciare a ragionare su opzioni tecnologiche e ambientali che in altre regioni italiane e in altri Paesi, dove vengono trasportati i rifiuti, funzionano. Bisogna sgomberare il campo da obiezioni tecniche e non politiche che sono due cose diverse. Nelle regioni in emergenza o vicine all’emergenze la misura più efficace e rapida è dare vita alla raccolta differenziata e al recupero dei rifiuti». Napoli, cioè, deve mettere in campo un’organizzazione capace di fare quello che altre città in Italia già fanno. E i termovalorizzatori? Nessuna preclusione per il ministro: «In Europa viene usato, se funziona in Olanda o a Brescia può funzionare anche a Napoli. È un’opzione che si può considerare, ma la prima cosa da fare è la differenziata». E laddove dietro alla questione rifiuti ci fosse la criminaltà organizzata ecco «soluzioni eccezionali e non negoziabili». Come anche l’«intervento delle forze dell’ordine».
Clini ha detto in commissione di sapere come gestire i rifiuti. Qualcun altro prima di lui ha dato per scontato di saperlo fare. Solo tre mesi dopo la sua elezione, lo scorso agosto, De Magistris già cantava vittoria: «Le strade sono state liberate. Ci siamo subito scontrati con l’emergenza e in tempi record siamo riusciti a risolverla definitivamente». Un crescendo di ottimismo, fino al 23 novembre, quando arriva addirittura a gridare al miracolo: «Siamo passati dalle 2500 tonnellate di rifiuti in strada a giugno alle zero tonnellate di oggi». Un «miracolo laico» lo definisce, rinviando alle amministrazioni precedenti il giudizio negativo del commissario Ue dell’Ambiente Janez Potocnik che aveva appena definito una «vergogna» la situazione napoletana: «Condivido punto per punto il giudizio negativo di Bruxelles perché riferito al passato e ai 15 anni di vergogna che ci sono stati». Nessuna ammissione di responsabilità, nessun dubbio sul suo operato. De Magistris evidentemente ritiene di aver fatto tutto il necessario e di averlo fatto bene. Eppure l’immondizia è tornata e le strade di Napoli sono di nuovo discariche a cielo aperto. Forse tornerà l’esercito, forse il Belpaese si troverà a dover pagare per i guai di Napoli. Le autorità italiane hanno chiesto una proroga di due mesi per rispondere alla lettera di messa in mora di Bruxelles, la Commissione europea deve decidere se accettare o meno.


Il vicesindaco di Napoli Tommaso Sodano, che ha anche la delega all’Ambiente, si dice pronto a spiegare al ministro il piano rifiuti del Comune: «Nè commissari, nè esercito. È inutile agitare lo spettro dell’emergenza. I cumuli di ieri per le strade erano dovuti ad uno sciopero nazionale».

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