«Riformista» Polito lascia, tra casse vuote e lettori in fuga. Si fa avanti Macaluso

RomaL’ultimo numero che firmerà sarà quello del 31 dicembre. Dopo chissà dove andrà Antonio Polito, direttore dimissionario dal Riformista, dopo averlo diretto per due volte. Probabilmente si prenderà un periodo sabbatico in attesa di nuove offerte, ma chissà. Il flash delle dimissioni compare sul giornale online di Paolo Madron, Lettera43, poco prima delle 15, e in pochi minuti la notizia fa il giro del piccolo mondo delle redazioni. Le dimissioni sono state già formalizzate all’editrice del Riformista, la società Cooperativa Edizioni Riformiste che fa capo a Emanuele Macaluso e Gianni Cervetti, due ex esponenti del Pci di area «migliorista», la stessa di Giorgio Napolitano. Dietro l’uscita di Polito c’è una decisione della famiglia Angelucci, editore «di fatto» del Riformista (nonchè di Libero). Non rispetto alla direzione di Polito, ma sui conti economici non certo brillanti del quotidiano, che in edicola non supera le 2mila copie. Gli Angelucci hanno investito parecchio nel Riformista, rimesso nelle mani di Polito nel 2008 dopo una moscia stagione di Paolo Franchi (caro a Macaluso), aumentando la foliazione, portando il full color, trasferendolo nella prestigiosa sede in via delle Botteghe oscure, rafforzando la redazione e potenziando il reparto grandi firme (come Pansa). Soprattutto però pesa l’Agcom, che avrebbe espresso parere negativo sulla comproprietà, da parte di uno stesso gruppo, di due giornali che godono entrambi di contributi pubblici. Per questo motivo da due anni il Riformista si è visto congelare i 2milioni di euro circa annui del finanziamento, dovuto in quanto organo di un movimento politico, «Le nuove ragioni del socialismo», che fa capo a Macaluso. E la stessa incertezza pesa sull’anno in corso. Così è nata la decisione di liberarsene.

Ma cedendolo a chi? Tramontata l’ipotesi di una cordata guidata dal Enrico Cisnetto, l’unica al momento in piedi riguarda la cooperativa di Macaluso, che pare intenzionato non solo a rilevare ma anche a guidare lui in persona il nuovo Riformista, dopo una serie di tagli (che riguarderanno il numero di pagine e le collaborazioni, e lo stipendio di Polito of course). La redazione, che ieri era in assemblea, è piuttosto preoccupata. Perché un Riformista senza i mezzi di Angelucci (e la direzione di Polito) avrà forse il finanziamento pubblico, ma che appeal avrà?

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