![Onde elettromagnetiche per "abbattere" l'aviaria: ecco come funzionano](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2020/02/02/1580650141-pollame-giornale.jpg?_=1580650141)
È soprattutto negli Stati Uniti che il virus H5N1 dell'aviaria fa più paura con il contagio di centinaia di capi d'allevamento e i primi casi anche sull'uomo. Grazie a un team di ricerca italiano dell'Elt Group, però, una soluzione molto importante sembra a portata di mano: le onde elettromagnetiche riuscirebbero a rendere questo virus meno infettivo del 94%, riducendo enormemente le possibilità di contagio.
I risultati della ricerca
Sulla rivista Nature Scientific Reports è stato da poco pubblicato lo studio dal titolo "L'irradiazione a microonde selezionata inattiva efficacemente il virus dell'influenza aviaria A(H5N1) trasmesso per via aerea": utilizzando varie bande di frequenza a microonde comprese tra 8 e 16 GHz a microonde per una decina di minuti 10 minuti è stato valutato l'impatto sui tempi di inattivazione del virus. La banda compresa fra 11-13 GHz ha prodotto l'inattivazione più elevata con una riduzione media dell'89% ma con picchi fino al 94% se la durata è stata di almeno cinque minuti rispetto al 58% e al 48% per esposizioni, rispettivamente, di tre e un minuto.
Il significato della scoperta
"Gli emettitori di microonde ottimizzati in ambienti ad alto rischio come allevamenti di pollame e cliniche veterinarie potrebbero offrire un nuovo approccio non chimico per mitigare la diffusione e le epidemie di influenza aviaria", spiegano i ricercatori sullo studio consultabile da tutti sulla pagina web sopra indicata. Questi risultati, quindi, rappresentano una svolta per le applicazioni in ambienti ad alto rischio, umano ed animale, dove è necessario controllare la trasmissione aerea del virus non solo per ridurre al minimo il contagio tra gli stessi animali ma soprattutto per evitare il salto di specie nell'uomo.
L'esperimento sul Covid
Lo studio porta le firme del professor Silvio Brusaferro, Dipartimento di medicina dell’Università di Udine, del professor Gaetano P. Privitera Professore Emerito di Igiene e Medicina Preventiva dell'Università di Pisa e del professor Alberto Sangiovanni Vincentelli, docente di Ingegneria elettrica e informatica all’Università della California, Berkeley. Gli esperti ricordano che questo approccio era già stato testato con successo sul virus Sars-CoV-2, sui virus H1N1 (quelli dell'influenza stagionale) e Rsv (virus respiratorio sinciziale, responsabile della bronchiolite), "portando a risultati di inattivazione in aria superiori al 90%".
I nuovi obiettivi
Grazie a queste evidenze, i prossimi obiettivi sono rivolti verso l'impiego e ottimizzazione di questa tecnologia "anche come strumento per affrontare il problema
della prevenzione e controllo della trasmissione di patogeni infettivi (inclusi gli eventi epidemici) mediante un approccio 'one-health' (singola soluzione per mondo umano e animale)", scrive in una nota Elt Group.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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