«Il rincaro non pesa sui conti»

La Camera chiede che Scajola subentri al Tesoro in Eni ed Enel. Grandi metanodotti a Snam Rete Gas

«Il rincaro  non pesa sui conti»

Gian Maria De Francesco

da Roma

La crisi energetica determinata dal calo degli approvvigionamenti di gas non avrà riflessi sui conti italiani. È quanto ha assicurato il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. «Il saldo commerciale dell’Italia è molto migliore di quello di altri Paesi europei nonostante la bolletta energetica pesante», ha sottolineato il ministro ricordando una ricerca presentata di recente dalla Fondazione Edison.
L’aumento dei prezzi del greggio, ha aggiunto, è determinato da «fattori che non sono congiunturali ma strutturali e si tratta di una tendenza destinata a svilupparsi nei prossimi anni». Il problema, quindi, può essere risolto solo adottando una politica comunitaria dell’energia simile a quella che negli anni 50 ispirò l’istituzione della Ceca e dell’Euratom. «Serve una politica organica e comune», ha spiegato il ministro al termine di una tavola rotonda con il direttore generale dell’Fmi Rodrigo de Rato organizzata dall’Aspen Institute Italia.
Tremonti è entrato anche nel merito politico della questione ricordando che alcuni squilibri attuali sono stati determinati da un eccesso di fiducia nelle capacità autoregolatrici del mercato, soprattutto nei confronti della questione cinese. «Siamo davanti ad anni in cui pagheremo di meno le scarpe e di più il riscaldamento e il bilancio non sarà in equilibrio come ci hanno raccontato», ha concluso. «Crediamo che i rincari dei prezzi petroliferi non siano stati totalmente assorbiti», gli ha fatto eco Rato precisando che «bisogna aumentare gli investimenti in raffinazione nei Paesi consumatori».
Sempre ieri, la Commissione Attività produttive della Camera ha presentato il documento finale dell’indagine conoscitiva sul settore energetico. Come anticipato dal Giornale, i parlamentari hanno chiesto che il ministero delle Attività produttive diventi azionista industriale e finanziario di Eni ed Enel al posto del Tesoro. Auspicata inoltre la separazione di Eni da Snam Rete Gas per la quale andrebbe valutata la fusione con Terna. La società proprietaria della rete elettrica, invece, dovrebbe sciogliere l’intreccio azionario in capo alla Cassa depositi e prestiti, presente anche in Enel. Allo stesso modo, a Snam dovrebbe essere trasferita la proprietà e le concessioni dei gasdotti internazionali per ovviare alle «divaricazioni tra interessi delle proprietà e missione aziendale nel settore delle reti». La Commissione, infine, ha aperto prudentemente al nucleare.


«Sono molto soddisfatto - ha commentato il presidente del Cnel, Antonio Marzano - perché viene sancito in modo irrefutabile che non si può fare politica industriale senza una interconnessione forte con la politica energetica».

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